Il cruento “conquistatore” Enrico Cialdini finisce nel mirino della Camera di Commercio di Napoli, che ha detto il suo “sì” alla rimozione del busto del luogotenente di Vittorio Emanuele II. Il busto celebrativo di Cialdini, già oggetto di contestazioni, campeggia accanto a quello di Cavour in una delle sale più prestigiose della sede di piazza Bovio, ma la sua presenza sembra essere diventata ormai di troppo, soprattutto per i tragici eventi a lui legati. Come riporta Il Mattino, la giunta della Camera di Commercio, sotto la presidenza di Ciro Fiola, avrebbe già un progetto per sostituire il busto: bandire un concorso per una statua in ricordo delle vittime dell’eccidio di Pontelandolfo che lo stesso Cialdini ordinò.
Cialdini, tra il 1860 e il 1861, insieme a Giuseppe Garibaldi e Salvatore Pes di Villamarina, fu uno dei conquistatori violenti delle Due Sicilie, ricordato soprattutto per l’azione devastante di Gaeta contro civili inermi. Nell’Archivio di Stato partenopeo sono conservati i documenti, con i quali in quei mesi di repressione, venne concessa la cittadinanza onoraria di Napoli a Cialdini, ma la stessa è stata revocata nell’aprile 2017 dall’amministrazione di Luigi de Magistris.
Cialdini, nominato poi “duca di Gaeta” (proprio per la strage compiuta), e i suoi compagni non c’entrano nulla con il Sud a parte la conquista ed il massacro, ma nelle nostre città continuiamo ad avere riferimenti a personaggi che hanno scritto una pagina nera della nostra storia. Allora, ben vengano queste iniziative, queste “rimozioni forzate” di simboli (come già avvenuto a Palermo e Catania) che, seppur intrisi di storia, non rendono giustizia a chi ha dato la vita per difendere le nostre terre.