Dopo giorni di silenzio, ha deciso di parlare il papà della ragazza stuprata in Circumvesuviana. L’uomo ha scelto Repubblica per spiegare qual è la situazione che sta attraversando la sua famiglia e, soprattutto, come sta sua figlia. Ieri vi abbiamo dato notizia della scarcerazione di uno dei tre ragazzi indagati per la violenza sessuale di gruppo. Una decisione che non può che far ribollire di rabbia il papà della vittima: “Sono profondamente indignato come padre e come cittadino – spiega a Repubblica, nel pezzo a firma di Antonio Di Costanzo -. Mia figlia non riesce a uscire da casa, invece, quello è libero“.
L’uomo, un piccolo imprenditore di 55 anni, prova rabbia e rassegnazione per questa decisione. A destare preoccupazione, però, sono le condizioni di sua figlia: “È la vera prigioniera di questa storia. L’unica che resta intrappolata nel suo dramma. Se dovessi tornare indietro, non so le consiglierei di denunciare di nuovo, visto tutto quello che è accaduto“. La ragazza sta “molto male, nel fisico e nella mente – spiega il padre -. Da quando è avvenuta l’aggressione non mangia più, è costretta continuamente alle flebo, sottoposta a estenuanti visite ospedaliere e a terapie con i psicologi che la seguono“.
Come accade spesso in questi casi, l’unico luogo in cui si vuol restare è la famiglia, nel tentativo di difendersi dal mondo esterno: “Non vuole più uscire – dice ancora l’uomo -. Sta vivendo un calvario arricchito di una nuova ferita. Avevamo pensato di portarla lontano, per staccarla dall’ambiente dove è avvenuta questa vicenda ma, al momento, le sue condizioni di salute e le cure a cui è costretta non ci consentono di trasferirla. Anche se vorremmo davvero farlo“.