La tragedia che ha colpito il commerciante Rosario Padolino, l’8 giugno 2019, presso via Duomo, ha scosso tutti. Il pezzo di cornicione che si è staccato dal quinto piano di un palazzo, uccidendo Rosario, era, da due anni e mezzo, sostenuto da una rete di contenimento. La toppa momentanea collocata attorno al cornicione non è mai stata segnalata dai residenti ai tecnici del Comune.
Attraverso le analisi delle tante testimonianze, raccolte in questi giorni, l’inchiesta sulla tragedia, avvenuta al civico 228 di via Duomo, è ad una svolta definitiva. Infatti, ci sono le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Gli inquirenti puntano su due nomi, come responsabili della morte di Rosario Padolino, che lavorava da tempo alla guida di un negozio in via Duomo.
Tra oggi e domani, saranno pubblici i primi avvisi di garanzia per l’amministratore del condominio del palazzo dov’è caduto il fatidico cornicione. Altresì, l’altro avviso sarà per l’ex amministratore del condominio. Ma, gli indagati non sono solo loro. Attraverso le indagini, il numero degli indagati potrebbe ulteriormente aumentare. Infatti, i condomini stessi sono oggetto di indagine: gli inquirenti vogliono capire se c’è stata un’opposizione, durante il corso di qualche assemblea condominiale, per i finanziamenti dell’operazione di contenimento del cornicione, non solo con l’evidente rete verde.