Due omicidi efferatissimi e altrettanti stupri costituiscono la carta d’identità di Andrea Rea, per tutti il “Mostro di Posillipo“. Proprio qui, infatti, è nato e si è anche laureato in Filosofia, per giunta col massimo dei voti. La morte del fratello Antonio, avvenuta nel 1982, sconvolge per sempre la sua vita e quella delle donne che ha barbaramente ucciso e violentato.
L’anno dopo, infatti, all’età di 27 anni, Andrea Rea compie il suo primo misfatto: approfitta sessualmente di una turista finlandese in vacanza a Ischia. Dopo l’arresto la famiglia lo fa internare in una casa di cura. E’ la goccia che fa traboccare il vaso, perché è proprio tra le mura della sua nuova sistemazione che il “Mostro di Posillipo” conosce quella che sarà la sua prima vittima, la 27enne napoletana Anna Bisanti. Questa sarà fatta a pezzi con un coltello il giorno del Natale del 1983 e il suo corpo, mai recuperato, gettato in mare.
Non essendo mai scoperto per questo reato (solo dopo sarà lui stesso a confessarlo), nel 1987 è libero di violentare una sua amica. Ma è il 3 settembre del 1989 che si macchia del suo crimine più brutale: Silvana Antinozzi, tossicodipendente divorziata (con una figlia 17enne) e impiegata presso il Comune di Napoli, all’età di 38 anni viene violentata, legata e uccisa letteralmente a morsi (sul collo) e poi finita con un coltello da prosciutto. Andrea Rea sistemerà i resti del suo corpo in una valigia, trasportandolo sul proprio motorino fino alla spiaggia di Marechiaro, dove lo abbandonerà.
La sua fuga in quel di Nizza durerà fortunatamente solo 48 ore, grazie alla gendarmeria francese, che si accorge del suo stato confusionale. Sarà poi la sua stessa famiglia a convincerlo a costituirsi. In seguito sarà dichiarato schizofrenico e paranoico e fatto internare in un manicomio giudiziario. Qui sconterà dieci anni per l’omicidio della Antinozzi e cinque per quello della Bisanti.
Oggi Andrea Rea è “ospite” presso il comune di Vairano, in provincia di Caserta, in una REMS, Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza.
Fonti:
– Sara Di Marzio su occhirossi.it, aprile 2007