Nato nel 1873 come Istituto Principe di Napoli, oggi il centro di istruzione per non vedenti è intitolato al suo fondatore, Domenico Martuscelli, uno dei primi ad interessarsi dell’insegnamento della scrittura ai ciechi, e rappresenta – da questo punto di vista – un importante punto di riferimento per l’intero Sud Italia.
L’istituto ospita, infatti, non vedenti e ipovedenti anche con gravi ulteriori disabilità. A questi viene fornita la possibilità di seguire, in quanto convittori o semiconvittori, un percorso educativo-riabilitativo completo. Tant’è che coloro i quali vengono ospitati presso la struttura sita in Largo Martuscelli, dispongono di assistenza allo studio dai tre anni sino alla Laurea.
Non solo, perché dal luglio del 2000 l’Istituto ha aperto un Centro di Riabilitazione Specializzato per non vedenti pluriminorati in età evolutiva, il quale non svolge solo attività riabilitativa, ma numerose altre attività di supporto finalizzate all’inserimento scolastico, sociale e lavorativo. A ciò vanno aggiunti anche dei Laboratori Protetti, ovvero laboratori occupazionali finalizzati a creare un contesto a carattere strettamente terapeutico nel quale, al tempo stesso, sviluppare prerequisiti di tipo lavorativo per un eventuale futuro inserimento nel mondo del lavoro. In questi laboratori, tenendo conto del deficit visivo, dell’eventuale limitata efficienza intellettiva, e/o delle difficoltà motorie, e/o delle difficoltà psicopatologiche del soggetto, vengono avviate attività artigianali particolarmente adatte quali la lavorazione della ceramica, del vimini, la legatoria, l’assemblaggio, la tessitura, l’accordatura di strumenti musicali. Ovviamente non potevano mancare corsi di alfabetizzazione informatica e di scrittura e lettura braille (in rilievo).
Insomma, dalla sua nascita ad oggi l’Istituto Domenico Martuscelli si è sempre posto all’avanguardia nel campo dell’assistenza ai non vedenti, battendosi molto per il loro inserimento nella società. Proprio l’idea iniziale del fondatore che, rimasto orfano a soli 14 anni, prese il posto del padre (maestro di calligrafia presso la Real Casa delle Due Sicilie) come insegnante ai ciechi dell’ospizio dei SS Giuseppe e Lucia. Di qui la sua decisione di fondare un centro che consentisse una loro migliore formazione e soprattutto un’integrazione nella società.