Giretto d’Italia, pessimo risultato per Napoli: tra le ultime in Italia per l’uso della bici
Ott 01, 2019 - Giusy di Nuzzo
Si parla tanto dell’importanza di seguire un corretto stile di vita e al centro c’è sempre l’attività fisica. Palestra, passeggiate, corse al parco o pedalate in compagnia. Non importa come, l’importante è muoversi.
Dal 15 al 28 settembre, Napoli ha aderito alla Settimana Europea della Mobilità Sostenibile. Eventi e iniziative hanno “messo in moto” la città partenopea, ma non troppo. Vediamo perché. Tra le svariate iniziative, anche quest’anno si è tenuto il Giretto d’Italia, iniziativa promossa da Legambiente.
Si tratta di un’iniziativa che mira a promuovere gli spostamenti casa-lavoro e/o casa-scuola in bicicletta. Lo scopo è chiaro: promuovere il movimento e abbassare l’uso di mezzi a motore che inquinano e impigriscono. In ogni città aderente al Giretto d’Italia sono stati allestiti dei check-point, con lo scopo di contare il numero di biciclette transitate nella fascia oraria tipica degli spostamenti verso l’ufficio o la scuola.
25 le città italiane che si sono “sfidate” a suon di pedalate. Bologna, Bolzano, Brescia, Carmagnola (TO), Carpi (MO), Fano (PU), Ferrara, Genova, Jesi (AN), Lecce, Modena, Napoli, Novara, Padova, Palermo, Pavia, Pesaro, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Riccione, Torino, Trento, Udine, Vittorio Veneto (TV).
Si sono contati in totale 35.461 ciclisti. Un buon risultato, ma se ci soffermiamo su Napoli, i numeri ci dicono che bisogna lavorare ancora tanto per far sì che la bici inizi a essere considerata come valido mezzo di trasporto urbano alternativo.
Per il terzo anno consecutivo la maglia rosa del Giretto d’Italia la indossa Piacenza con 4.716 passaggi di bici, si tratta soprattutto studenti. Napoli ha presentato appena 278 transiti di bici, collocandosi così tra le ultime 7 insieme con Carpi (272), Lecce (205), Riccione (204), Genova (196), Modena (125) e Carmagnola (114) per utilizzo della bici nelle ore di punta mattutine.
Un dato che non ci fa spiccare, ma sicuramente prendere consapevolezza. Forse bisogna lavorare di più sulla volontà individuale e sulla salvaguardia delle piste ciclabili presenti sulla zona.