Napoli – Quella che per una giovane coppia di futuri sposi doveva essere una tranquilla vacanza per le strade di Napoli, si è trasformata in un’odissea senza fine. Tutto per colpa di un dislivello nella pavimentazione di un marciapiede pubblico su cui una giovane ragazza che risiede a Campagnola Emilia, è inciampata il 21 luglio scorso mentre percorreva corso Novara con il suo compagno.
La ventinovenne reggiana ha avvertito subito dopo la caduta dal marciapiede dolori lancinanti, è stata soccorsa dai sanitari del 118 e trasportata in ambulanza all’ospedale, prima al San Giovanni Bosco e poi all’ospedale del Mare. Dalla diagnosi è emerso che la donna aveva riportato una frattura di entrambe le caviglie. La giovane ha deciso di rientrare subito a casa e di ricoverarsi presso l’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, dov’è stata sottoposta a un intervento di osteosintesi alla caviglia sinistra.
La donna è stata dimessa il 29 luglio ma ha dovuto affrontare un lungo percorso di riabilitazione e ha dovuto portare per molto tempo gli stivaletti gessati. Inoltre, avendo fuori uso entrambe le gambe non poteva muoversi, ed è stata costretta ad acquistare una carrozzina e il letto ortopedico.
Il primo settembre avrebbe dovuto convolare a nozze con il suo compagno ma ha dovuto rinviare il matrimonio perchè presentarsi all’altare in sedia a rotelle non era proprio ciò che desiderava. Tutti i preparativi però erano già ultimati, con tutto ciò che ne è poi conseguito anche dal punto di vista economico.
Insomma, oltre ai danni fisici vi sono anche quelli morali e patrimoniali. La giovane, per ottenere giustizia, attraverso la consulente personale dott.ssa Sara Donati, si è quindi rivolta a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha subito acquisito tutta la documentazione del caso, medica e non solo. L’episodio è ampiamente documentato: il 21 luglio sul luogo della caduta sono intervenuti gli agenti della polizia municipale di Napoli, che hanno verbalizzato la denuncia, sono state scattate svariate foto del marciapiede sconnesso, sono state raccolte anche testimonianze di persone presenti in quel momento.
Ma c’è un grande problema: il Comune di Napoli, come da risposta dell’avvocatura generale alla richiesta danni inviata da Studio3A, “non è titolare di polizze assicurative per i sinistri ex art. 2015 del codice civile”, quelle cioè per la responsabilità civile verso terzi. Inutile anche il tentativo di rivolgersi a Napoli Servizi S.p.A: la società partecipata ha fatto sapere di non essere responsabile per i marciapiedi e le strade cittadine, ma solo dei cantieri aperti, per il ripristino del manto stradale.
Insomma dopo tutto quello che ha patito, la donna dovrà anche intraprendere una causa e mettersi in coda: dal gennaio 2015 al gennaio 2019 le domande risarcitorie sul genere (soprattutto per le buche) a Napoli sarebbero 3.800.