A Napoli la Madonna è nera: in scena il presepe vivente della speranza
Dic 19, 2019 - Stefano Colasurdo
Foto: assessore Lucia Fortini
Da molti è stato definito come il presepe della speranza, hanno cercato di far tesoro delle parole del Papa. In questi giorni ha infatti dichiarato che non è importante come si allestisce un presepe, ma è importante quello che vuole dire.
Oltre 150 persone tra studenti, familiari ed insegnati di San Giovanni a Teduccio. Bambini disabili e la rappresentazione della Madonna di una ragazzina di origini africane di 12 anni, studentessa modello. Per questo è stato definito il presepe della speranza, è sintomo di integrazione, di inclusione, al contrario di quanto successo al bambino autistico qualche giorno fa.
Questo è ciò che i ragazzi dovrebbero imparare nelle scuole. Inclusione ed integrazione, saper stare con gli altri, farsi avanti come ha fatto Sara (la Madonna) e proporsi per il ruolo da protagonista. Non avere paura del giudizio, credere in sé stessi.
E pensare che solo nello scorso aprile, questa stessa scuola conobbe la paura a causa della camorra. Un agguato per colpire il nonno di un piccolo bimbo infatti spaventò tutti i presenti. Ma loro con forza si sono rialzati, con forza dicono che ci sono.
A chiudere questo presepe vivente, che comunque rispecchiava le nostre tradizioni, c’è stata l’interpretazione di Greta Thunberg, modello dei giovani di oggi, per alimentare ancora di più un senso di giustizia.