Notizie di Napoli

La notte della Befana: tra odori e sapori, l’anima di Napoli vive a Piazza Mercato

La grande notte della Befana 2020 a Napoli. Anche ieri, nonostante il vento gelido che spirava in quel luogo che più rappresenta la storia di Napoli, da Corradino di Svevia alle esecuzioni dei rivoltosi del 1799 passando per la rivoluzione di Masaniello, migliaia di napoletani si sono riversati in Piazza Mercato per il tradizionale rito della calza e dei doni dell’Epifania.

Foto: Francesco Pipitone

Faceva freddo, sì, ma l’atmosfera si è riscaldata in fretta insieme alle pizze fritte d”o Ricciulillo, autentica istituzione partenopea. Pomodoro, ricotta, formaggio, cicoli e tanto pepe per una completa: è bastato che la prima fosse immersa nell’olio bollente perché tante persone si mettessero in fila per mangiare la pizza del popolo, ‘a pizza ‘e Napule come precisa a squarciagola don Aniello, da molti considerato ‘o rre d”e fritture. Non solo pizza fritta: pere e ‘o musso, pizze a portafoglio, panini con la porchetta, spighe, ‘o spassatiempo e tanto altro perché i napoletani lo sanno bene che a panza chiena si ragiona meglio.

Foto: Francesco Pipitone

Mentre al suo interno si recitano rosari e messe per la Madonna Bruna, come sempre la Basilica del Carmine assiste e protegge chi aspetta la notte del 5 Gennaio per raccogliere qualche soldo in più da portare a casa. Se la maggior parte delle bancarelle è perfettamente in regola, c’è anche qualcuna che lo è di meno, che si arrangia, ma non importa: a Napoli c’è sempre posto a tavola per un ospite in più, chi conosce davvero le zone più popolari lo sa bene e sa bene che spesso dietro chi “se la cava” ci sono tragedie, disagi, padri di famiglia che preferiscono rischiare ‘o verbale anziché la libertà. Nel mondo ideale non dovrebbe funzionare così, ma è noto che a parte i nostri profili social, colmi di belle immagini e belle parole, la perfezione non appartiene a questo mondo e neanche a Napoli, città di luci e ombre, come i dipinti di Caravaggio.

Foto: Francesco Pipitone

Mamma d”o Carmine, a Lei si affidano gli abitanti del quartiere Mercato e così esclama chiunque mette piede in piazza alla vista dell’abbondanza, della folla e anche delle auto che in questo giorno sarebbe meglio non far passare. Sulle bancarelle insiste di tutto: calze di ogni dimensione, vuote o già riempite da perfezionare; cioccolata, caramelle, carbone, nucelle, dolci sfusi e confezionati, bambole e biciclette, aucielli e pesci rossi, vestiti, cappelli, sciarpe, guanti, coperte. ‘O cavalluccio russo no, nel 2020 non c’è più: l’ultimo che si è fatto a Napoli, lo sanno tutti, lo ebbe in dono Geppino di Bellavista.

Foto: Francesco Pipitone

Foto: Francesco Pipitone

Foto: Francesco Pipitone

Foto: Francesco Pipitone

Foto: Francesco Pipitone

Foto: Francesco Pipitone

Foto: Francesco Pipitone

Foto: Francesco Pipitone

Foto: Francesco Pipitone

Napoletano, 365 giorni l'anno.