Napoli– Detenuti tentano una spedizione punitiva con mazze di legno nel carcere minorile di Nisida. Volevano raggiungere l’infermeria tramite i tubi di scarico dell’acqua.
Il carcere minorile di Nisida sta presentando un problema in termini di sicurezza. All’interno infatti ci sono dei cantieri che permettono ai ragazzi di scorrazzare liberamente a partire dal campo di basket dove vengono lasciati durante le ore d’aria.
Questo ha permesso ad un gruppo, con volto coperto grazie all’ausilio di sciarpe e cappelli, di tentare una spedizione punitiva verso un altro detenuto. Hanno provato a linciare il loro coetaneo con delle mazze di legno e delle pietre, trovate proprio grazie ai cantieri presenti.
Ma è assurdo che dei detenuti, seppur minorenni, abbiano una tale facilità di accesso ad armi improprie. Oltre ad essere un pericolo per gli altri, potrebbero aggravare la posizione di essi stessi.
Certo è che i cantieri hanno anche trasformato la vita di questi minorenni. Sono relegati solo nel campo da basket e non hanno ulteriori sfoghi. Difficile quindi seguire le direttive promosse dal campione Patrizio Oliva nella sua ultima visita al carcere.
Queste le parole di Donato Capece, segretario generale del Sappe, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria: “I detenuti, con i volti coperti da sciarpe e cappelli, armati di pietre e mazze di legno hanno rotto diversi vetri dell’ufficio, alcuni di loro tentando persino di raggiungere il reparto Osservazione/Infermeria arrampicandosi alle pareti attraverso i tubi di scarico dell’acqua”.
“Solo la prontezza di intervento degli agenti penitenziari ha permesso di limitare i danni. Sono riusciti a contenere gli aggressori per poi bloccarli definitivamente. È evidente che nel carcere minorile di Nisida, anche a causa dei vari cantieri edili ormai aperti da anni, non vi è più un luogo idoneo a contenere tutti i detenuti. Durante le ore del passeggio, infatti, questi possono essere raggruppati esclusivamente sul campetto di basket. Questo però non ha alcuna recinzione. Tanto da lasciare liberi i detenuti di muoversi come pare a loro.”