Il Comune di Napoli rischia il crac. Due solo sono le possibili opzioni: da una parte il blocco della spesa e delle assunzioni con un piano di rientro fino al 2045, oppure il dissesto.
Negli ultimi anni le casse del Comune di Napoli piangono, per un debito che ammonta ad una cifra enorme: 2,8 miliardi di euro. Il Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris è stato più volte messo sotto accusa per non essere stato in grado di sanare parte di tale somma.
Ma a cosa è dovuto questa mancata mancanza, soprattutto negli ultimi 7 anni? Il Comune scarica la colpa sui cittadini che non pagano i loro tributi, mentre la Corte Costituzionale punta il dito contro una pessima amministrazione comunale.
Il vicesindaco Enrico Panini però non rimane con le mani in mano ed invoca l’aiuto del governo, sostenendo che al Comune di Napoli sono stati sottratti dei fondi dalla procedura di riequilibrio del 2012.
Tutta questa situazione però rischia di creare un brusco effetto domino. A subire il danno infatti non sarà unicamente l’Amministrazione comunale. Ma anche, e soprattutto, migliaia di lavoratori.
Queste le parole del presidente di Conferscenti Napoli e Campania, Vincenzo Schiavo: “Confersercenti di Napoli lancia l’allarme e chiede aiuto allo Stato. Attenzione, qui non è in gioco il futuro dell’amministrazione ma di migliaia di lavoratori e centinaia di imprese napoletane. L’effetto del possibile dissesto non cadrebbe sulla governance dell’amministrazione ma sulle centinaia di aziende della nostra città che lavorano e hanno lavorato con l’ente in qualità di fornitori. In caso di crac, che noi scongiuriamo, la prima conseguenza sarebbe il taglio dei pagamenti alle aziende partenopee da parte dell’amministrazione. Togliendo respiro e introiti ai nostri imprenditori.
“Il Comune può recuperare il dissesto in 20-30 anni, le nostre aziende invece sarebbero destinate a fallire. Con esse migliaia di lavoratori diventerebbero disoccupati. Per questo Confesercenti di Napoli lancia l’allarme rosso. Chiede giustizia e invoca l’intervento dello Stato: scenda in campo per farci comprendere perché sino a ieri era possibile applicare una legge nazionale (dilazione pagamenti con introiti futuri) ed oggi invece questa cosa non è più possibile.
“Quali sono le regole per giocare queste partite? Perchè le nostre aziende devono essere in balia di tali decisioni? Così si toglie ossigeno vitale a migliaia di nostri iscritti. Non ci stiamo, Confesercenti intende difendere a spada tratta i propri associati e esige l’intervento dello Stato».