Il primo a mettere in piedi lo stabilimento è Gennaro Chiurazzi, nativo di Napoli ed è vissuto nel 1842. Ha una solida competenza nel campo dell’arte, infatti ha come guida il professor Masulli dell’Istituto di belle arti. La fortuna di Gennaro inizia in alcune stanze nell’albergo dei poveri concesse dal comune di Napoli. L’abilità dell’artista sta nella tecnica della fusione a cera persa. Si interessa dei bronzi dell’antichità classica e rinascimentale. Lui ottiene il permesso di fare i calchi di gesso dei bronzi posti nei tanti musei d’Italia.
Attraverso i calchi, Gennaro fa interessanti riproduzioni di bronzo per i suoi tantissimi committenti italiani e stranieri. Diventa un uomo di fama internazionale e ottiene prestigiose premiazioni alle mostre d’arte di New Orleans, Torino e Saint Louis. Gli fanno visita uomini di un certo calibro tra cui i reali d’Italia.
Produce tantissimi bronzi e ciò diventa motivo di realizzare importanti esposizioni personali a Napoli, in Piazza dei Martiri e alla Galleria di Napoli. Nel 1904 muore Gennaro, ma i suoi figli, Federico e Salvatore, continuano la sua attività.
Federico Chiurazzi, oltre a lavorare nella fonderia, si dedica anche alla politica diventando consigliere comunale. I due fratelli fanno il loro ingresso in campo trovandosi senza una sede dove operare, poiché il comune di Napoli ha ritirato la concessione di usufruire dell’albergo dei poveri. Così i due non demordono e danno vita alla loro fonderia in Ponti Rossi. La differenza tra il padre e i figli è che questi ultimi hanno ampliato i generi di produzione facendo rientrare anche la lavorazione del marmo e della ceramica.
Tra le due grandi guerre, i fratelli hanno molto da lavorare nel fabbricare opere bronzee commemorative per i caduti in guerra e i cui committenti sono i tanti comuni d’Italia. I Chiurazzi estendono la loro fonderia nel territorio di Roma, con precisione a Baldissera, che sarà distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. La fonderia di Roma è nota per aver fuso la Quadriga di Unità (presente nell’immagine di copertina) di Carlo Fontana per il Vittoriano.
Le fonderie producono tante altre opere scultoree, si ricordano quelle fornite a Ierace per l’Università Federico II e quella date A. Zanelli per l’imponente Campidoglio dell’Avana.
Alla morte dei due fratelli il sapere artistico si trasmette in linea ereditaria e così i due stabilimenti. Sono uomini e donne: Maria, Gennaro e Gaetano. Si ricorda l’ultimo, Renato il quale abbandona l’azienda di famiglia e si dedica ai beni culturali rivestendo importanti ruoli. L’impresa della famiglia Chiurazzi ha così il suo tramonto, oggi il marchio è stato comprato da un’associazione privatizzata dell’Arizona.