L’Italia intera che diventa zona protetta con la necessità di autocertificazione se da un comune ci si sposta in quello confinante. Campagne di comunicazione con l’hashtag #iorestoacasa, luoghi di aggregazione chiusi, negozi che abbassano le saracinesche: tutto questo per senso di responsabilità e fronteggiare l’emergenza coronavirus. Se la maggior parte dei cittadini fa la propria parte, c’è anche una minoranza che le leggi sceglie di ignorarle, come la folla che questa mattina si trovava all’esterno del carcere di Poggioreale in attesa di incontrare i parenti detenuti.
I colloqui, lo ricordiamo, sono stati sospesi e per questa ragione nei giorni scorsi si è verificata una rivolta in tutte le carceri italiane. Il Governo ha disposto l’uscita dalle proprie abitazioni soltanto per motivi di comprovata necessità. A Modena sono morti sette detenuti, mentre nel resto della penisola si sono contati evasi e disordini. A Melfi sono stati presi in ostaggio quattro agenti della penitenziaria e cinque sanitari.
Nonostante il divieto di assembramento, dicevamo, erano decine le persone all’esterno della casa circondariale di Poggioreale. Una folla così ammassata aumenta a dismisura il rischio di contagio, mettendo in pericolo non solo i presenti, ma anche tutti coloro che entrano in contatto con costoro, sia i familiari che le persone incontrate per caso, in un bus o in un tram per esempio.