Gino Sorbillo contro il divieto di consegnare il cibo a domicilio in Campania. Mentre nel resto d’Italia si tratta di una pratica permessa, è invece stata proibita da Vincenzo De Luca poiché a suo avviso sarebbe troppo alto il rischio di contagio. Contro la decisione del presidente della Regione Campania anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, supportato dal professor Antinori, infettivologo dello Spallanzani di Roma il quale afferma che, al contrario, la consegna a domicilio potrebbe essere utile a evitare assembramenti presso botteghe e supermercati.
“De Luca hai fatto benissimo ad usare il pugno duro all’inizio, però adesso bisognerebbe aprirsi un pochino” – sostiene Gino Sorbillo -. “In Campania ci sono BENI NON DI PRIMA NECESSITÀ che si possono sempre ordinare tranquillamente e che vengono consegnati con regolarità presso le abitazioni una continuazione dai fattorini. Perché la pizza che è un pasto completo che sfama le persone e le tiene incollate a casa non può essere consegnata? Perché molti panifici preparano le pizze che poi vengono consegnate a domicilio e le pizzerie non possono farlo? Con l’e-commerce possiamo far arrivare una pastiera a Napoli dal Lazio, è un paradosso?”.
La proposta del pizzaiolo è quella di affidarsi ai food delivery, mentre nelle pizzerie (ma anche pasticcerie e altre attività) lavorerebbero soltanto due o tre persone dello staff, rispettando come è ovvio tutte le norme di igiene e sicurezza: “Non è giusto che attraverso le app ai colossi della vendita on line si possono ordinare anche i PRODOTTI NON DI PRIMA NECESSITÀ e tutti quanti noi altri dobbiamo restare fermi. Il servizio a domicilio deve essere un diritto di tutti e non solo delle grandi organizzazioni che stanno facendo affari d’oro. Anche noi affidandoci alle app del delivery potremmo riaprire i forni con solo due – tre persone dello staff e con due semplici pizze tipo margherite e marinare”.