Nel ‘700 Goethe lodava di Napoli, tra le tantissime altre cose, l’efficienza attraverso la quale l’amministrazione e soprattutto i cittadini effettuavano la raccolta differenziata, che aveva come risultato quello di rendere pulitissime le strade della città, oltre che i vantaggi economici che comportava il riutilizzo della merce buttata via: “Moltissimi sono coloro – parte di mezza età, parte ancora ragazzi e per lo più vestiti poveramente – che trovano lavoro trasportando le immondizie fuori città a dorso d’asino. Tutta la campagna che circonda Napoli è un solo giardino d’ortaggi, ed è un godimento vedere le quantità incredibili di legumi che affluiscono nei giorni di mercato, e come gli uomini si dian da fare a riportare subito nei campi l’eccedenza respinta dai cuochi, accelerando in tal modo il circolo produttivo. Lo spettacoloso consumo di verdura fa si che gran parte dei rifiuti cittadini consista di torsoli e foglie di cavolfiori, broccoli, carciofi, verze, insalate e aglio, e sono rifiuti straordinariamente ricercati. I due grossi canestri flessibili che gli asini portano appesi al dorso vengono non solo inzeppati fino all’orlo, ma su ciascuno d’essi viene eretto con perizia un cumulo imponente. Nessun orto può fare a meno dell’asino. Per tutto il giorno un servo, un garzone, a volte il padrone stesso vanno e vengono senza tregua dalla città, che ad ogni ora costituisce una miniera preziosa. E con quanta cura raccattano lo sterco di cavalli e di muli! A malincuore abbandonano le strade quando si fa buio, e i ricchi che a mezzanotte escono dall’Opera certo non pensano che già prima dello spuntar dell’alba qualcuno si metterà a inseguire diligentemente le tracce dei loro cavalli. A quanto m’hanno assicurato, se due o tre di questi uomini, di comune accordo, comprano un asino e affittano da un medio possidente un palmo di terra in cui piantar cavoli, in breve tempo, lavorando sodo in questo clima propizio dove la vegetazione cresce inarrestabile, riescono a sviluppare considerevolmente la loro attività”.
Oltre due secoli fa, insomma, i Borbone erano riusciti a fare qualcosa che oggi non riesce a nessuno: era un’altra epoca, fatta di regnanti nati e cresciuti a Napoli, che trasmettevano con l’esempio l’amore per la propria Terra, tempi diversi da quelli di oggi in cui i cittadini e gli amministratori pensano soltanto a sé, salvo poi lamentarsi delle inefficienze e delle brutture. Se l’ASIA è un’azienda in difficoltà, che non ha il personale né i mezzi numericamente necessari ad effettuare la raccolta, alcuni cittadini certamente non si comportano in modo da non aggravare la situazione, riempendo le strade di rifiuti ingombranti per non aver rispettato le indicazioni dell’ASIA, la quale sulla propria pagina ufficiale di Facebook ha scritto: “Ecco un esempio di cattiva pratica: gli utenti chiamano il numero verde ASIA 800161010 comunicando che devono smaltire degli ingombranti, le operatrici del call center come d’accordo informano che il numero massimo di colli che si possono smaltire a chiamata è tre, nel caso di necessità, verranno rilasciati più numeri di codici a cui corrispondono più giorni di raccolta. Ecco cosa accade quando un cittadino purtroppo decide di non rispettare le indicazioni ricevute, intere strade occupate da ingombranti, con percezione di un servizio che non funziona”.
Come si vede dalle foto, gli operatori ecologici hanno comunque raccolto i rifiuti ingombranti anche se eccedenti i tre colli, ponendo rimedio all’inciviltà e all’insensibilità di chi, in fondo, napoletano non è, perché il napoletano non sporca la sua città, la difende.