Sono bastati i primi giorni di maltempo a mettere Napoli in ginocchio. La città se ne cade a pezzi: le strade collassano lasciando buche enormi, crollano alberi, calcinacci, le vie che si trasformano in letti di fiumi. Il vento e la pioggia ci sono stati, certo, ma non è sembrato nulla di trascendentale rispetto a quanto si vede in inverno. Non è passato nessun tornado.
L’apocalisse, semmai, è Napoli stessa, ovvero il modo in cui viene gestita, amministrata, curata. I chiusini sono stati liberati? A giudicare da quanto abbiamo visto, ne dubitiamo fortemente. E cosa dire del verde pubblico? Di questo passo, a Napoli non resterà più neanche un ramoscello.
Non si salva dalla catastrofe neppure la Metro dell’Arte, con la stazione Salvator Rosa della Linea 1 interessata da un crollo. Prima dell’entrata in funzione della Toledo era considerata la più bella del mondo. Bel modo di trattare le proprie eccellenze, quello partenopeo.
A pubblicare le foto del crollo è Rosanna Laudanno, consigliera della seconda Municipalità, la quale informa che è avvenuto nei pressi dell’uscita già chiusa da mesi e dunque – per fortuna – nessuno si è fatto male. Area interdetta da tempo al pubblico, ma perché? Sembra a causa di infiltrazioni, e allora, se così fosse, si sapeva già che prima o poi qualcosa del genere potesse capitare. Si è lasciato che accadesse. Napoli è abbandonata alla rovina.