Napoli piange Diego Armando Maradona. È morto a 60 anni un uomo che è stato più di un calciatore, più di un campione che ha regalato ai napoletani due scudetti e una coppa Uefa. È scomparso colui che si è incarnato nell’animo del popolo napoletano e l’ha riscattato a suon di gol e vittorie in tutti gli stadi d’Italia: quando le tifoserie avversarie cantavano cori razzisti, Diego compiva le magie che li zittiva.
Il calcio non è solo uno sport. È il movimento che muove miliardi di persone, dove si riversano tutte le dinamiche che appartengono alla società. La questione razziale, o discriminatoria se preferite, è proprio una di queste. Come non dimenticare quando il 22 Febbraio 1986 il Napoli affrontava la trasferta contro i campioni d’Italia del Verona, i cui tifosi accolsero i napoletani con cori e striscioni razzisti. “Ora vado a vendicare i Napoletani”, disse Maradona alla panchina, e segnò due gol.
Un personaggio talmente importante che merita un riconoscimento, il più giusto sarebbe quello di dedicargli lo Stadio San Paolo. Il tempio dove si è manifestato colui che, con i piedi, era un Dio sceso in terra. D10S. Non appena si è diffusa la notizia della morte di Maradona da ogni parte si è alzata questa richiesta, indirizzata al Comune di Napoli ed al sindaco Luigi de Magistris.