Maradona, lo scultore Domenico Sepe si propone per realizzare la scultura: “Sarà il simbolo di Napoli”
Nov 27, 2020 - Francesco Pipitone
Il maestro Domenico Sepe si candida alla realizzazione della scultura in bronzo che rappresenterà Diego Armando Maradona. Lo scultore napoletano, famoso per aver realizzato il Cristo Rivelato, che rappresenta Cristo nell’esatto momento in cui esala il primo respiro della Resurrezione (opera tributo al maestro del Cristo Velato, Giuseppe Sanmartino), e la Fontana dell’Amore, straordinaria installazione a grandezza naturale posizionata nei Sassi di Matera, afferma di essere disposto a eseguire la statua curando la sua realizzazione dall’inizio alla fine. Dell’opera ha anche realizzato il bozzetto dipinto a mano, la sua proposta per omaggiare il Dio del calcio, un personaggio che oltre a compiere magie con il pallone si è sempre schierato dalla parte dei più deboli, guidando il riscatto sociale della città di Napoli attraverso le vittorie sportive.
In queste ore sono state formulate diverse ipotesi sul posizionamento della statua. Si parla dello spazio antistante lo stadio San Paolo, che prossimamente verrà intitolato proprio a Diego Armando Maradona, o di Largo Baracche ai Quartieri Spagnoli, che attualmente è considerato un po’ il tempio partenopeo della Mano de Dios. Tra le proposte vi è anche quella di un monumento all’interno del Quadrato degli uomini illustri del Cimitero Monumentale di Poggioreale. L’impresario funebre Gennaro Tammaro e l’operatore cimiteriale Alessio Castiello hanno lanciato una petizione online su change.org.
Le mie proposte per il Monumeto a Diego Armando…
Pubblicato da Domenico Sepe su Venerdì 27 novembre 2020
“Perché fare una scultura dedicata a Diego Armando Maradona? La faccio innanzitutto – spiega Domenico Sepe a VesuvioLive – perché sono napoletano, e chi è napoletano conosce benissimo l’affetto, l’amore e il sentimento verso quest’uomo che è stato un grande calciatore che ha dato tanto, ma ha ricevuto poco nella sua vita. Tutti conoscono il suo vissuto, quello purtroppo tragico, drammatico, ma è importante che la gente conosca soprattutto le emozioni che ha donato non solo alla città di Napoli, ma al mondo intero.
Maradona diventa quindi per me un mito, ma un mito calcistico. Quello che io desidero proporre alla città di Napoli è il mito calcistico, cioè il calciatore capace – attraverso una finta, un dribbling, un calcio di punizione – di regalare emozioni che ancora oggi ricordiamo con grande lucidità. La mia proposta è un’opera in bronzo, una scultura che nella ritrattistica si propone come un vero e proprio scugnizzo napoletano. Le fattezze dell’opera saranno puramente figurative perché il mio percorso artistico è figurativo, e si rifà alla tradizione napoletana. I miei riferimenti sono per esempio Vincenzo Gemito, ma la stessa scultura contemporanea napoletana che racconta attraverso l’espressione del popolo partenopeo.
Nel volto di Maradona, oltre alla grande somiglianza, ci sarà tutta Napoli. La mia idea è di fare un grande calciatore, nell’atto di battere un calcio di punizione, dribblare un avversario, o meglio ancora, sta lì, pronto per salire verso l’Olimpo del calcio. La mia proposta quindi è la proposta di una scultura che diventa anche il simbolo di una città, perché Maradona lo è: lo è stato mentre giocava, ma lo è stato anche dopo, perché ancora oggi i Napoletani amano questo grande calciatore e soprattutto un grande uomo.
L’opera sarà in dimensioni naturali, quindi rispecchierà la naturalezza del fisico e dell’aspetto di Maradona. Il periodo in cui amo raffigurarlo è quello del primo scudetto, con la testa riccioluta, lo sguardo vispo, la fisicità di un grande atleta. Infine è importante ricordare che l’opera rappresenta anche un simbolo di riscatto del popolo napoletano, che trova questo grande riscatto, appunto, attraverso il calcio”.
Questa la presentazione dell’opera Diego Armando Maradona, a cura di Daniela Marra, curatrice del catalogo delle opere di Domenico Sepe:
“Lo spazio sacro, terreno espressivo della scultura in bronzo di Domenico Sepe, non si esaurisce nell’ambito religioso e mitologico, ma abbraccia la storia dei grandi Maestri, come testimoniano i busti in memoria di Giacinto Gigante e Vincenzo Gemito, e la storia sacra del quotidiano come è manifesto nel Monumento dell’Amore a Matera, dove le sculture sono portatrici di una memoria storica collettiva, che recupera il passato dall’oblio della modernità. Un nuovo e inaspettato spazio sacro rapisce Domenico Sepe, la sacralità che Parthenope regala ai suoi figli naturali e non, coloro che vivono nel mito, dopo aver offerto il sogno di grandezza a un popolo spesso scoraggiato. Ed è proprio guidato dal sogno di rendere eterna l’espressione nel bronzo, che Domenico Sepe lavora oggi senza sosta ai bozzetti preparatori che hanno come soggetto il titano argentino del calcio Diego Armando Maradona, una figura a Napoli senza confini. Colui che vive come Patrono al fianco di San Gennaro, che ‘non scioglie il sangue nelle ampolle del Duomo, ma quello nelle vene dei tifosi accorsi al San Paolo’ (Palumbo Ponticello), risorgerà in bronzo eterno dal fuoco vulcanico della fonderia, come dai fuochi dello stadio San Paolo nacque mito”.
Grande emozione ha suscitato “Innamorarsi a Matera, la Fontana dell’amore”, la quale raffigura le ragazze che andavano alla fontana per prendere l’acqua e i ragazzi che le aspettavano solo per guardarle. Scene un passato lontano, quando gli uomini aspettavano quell’unico momento del giorno in cui le loro innamorate andavano alla fontana, per guardarle e scambiare qualche parola. Il ricordo di un amore semplice, in cui la felicità era nei gesti piccoli e al tempo stesso potentissimi.