Rischio vulcanico in Campania: “Abbiamo bisogno di soluzioni alternative”


Antonio Coviello, ricercatore Iriss Cnr, ha illustrato il rischio vulcanico legato al Vesuvio e ai Campi Flegrei e quali sarebbero le scelte da prendere per poter affrontare al meglio un’ipotetica eruzione vulcanica. Nel webinar sul rischio vulcanico, organizzato dall’Istituto di ricerca e servizi per l’innovazione diretto dal professor Massimo Clemente, Coviello ha sottolineato la necessità di migliorare i piani di evacuazione, i quali attualmente prevedono la dispersione di circa 1.300.000 campani (appartenenti ad area vesuviana ed area flegrea) nelle altre regioni italiane. E’ necessario mitigare scelte urbanistiche appropriate, ricerca scientifica e investimenti tecnologici. Se si realizzasse una situazione simile, il danno economico, sociale e culturale sarebbero pari o addirittura più gravi dei danni attuali causati dal Covid-19.

Il direttore Clemente ha ricordato l’impegno dei ricercatori dell’area partenopea che monitorano costantemente la situazione e ha parlato di un gruppo di lavoro, formato da vari enti, che sta studiando delle soluzioni alternative per marginare il più possibile i probabili danni che un’eruzione causerebbe.

Il presidente dello Svimez (associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno), Adriano Giannola ha dichiarato che: “Sull’asse Napoli – Bari, dove è stata realizzata la ferrovia ad alta capacità, che passa per zone interne di Campania e Puglia come l’Irpinia, il Sannio, le Murge, tutte aree in desertificazione produttiva e demografica, bisogna imporre nuove direzioni strategiche. Trasferendo funzioni pubbliche lungo questo percorso che deve attirare con sè nuovi modelli di sviluppo“.


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