A Barra, nella periferia di Napoli, pochi giorni fa è venuto alla luce un caso di violenza di genere molto grave: una donna è stata aggredita dal suo compagno davanti ai loro figli perché non avrebbe pulito bene casa, a detta dell’uomo, che poi è stato arrestato. Pare che queste violenze continuassero già da anni, anche quando la donna era incinta, fatto confermato anche dai familiari e dai figli.
Questo è solo uno dei molteplici casi di violenza domestica dell’ultimo periodo. Allarmanti, infatti, sono i dati dello scorso anno riguardanti maltrattamenti e femminicidi in Italia: durante la pandemia di Covid-19, secondo l’Istat, le richieste di aiuto ai centri antiviolenza sono aumentate del 73% rispetto all’anno precedente e, per quanto siano diminuiti gli omicidi volontari, il numero di vittime di sesso femminile è salito, passando da 56 nel 2019 a 59 nel 2020. Le cause che di solito spingono gli uomini a muovere violenza, sia fisica che psicologica, contro le compagne sono le più disparate: gelosia, possessività, non accettazione di una storia finita.
Per quanto riguarda la Campania, terza regione per numero di casi, nella provincia di Napoli lo Sportello rosa ha registrato il 24% in più di aggressioni, soprattutto casi di stalking e di violenza domestica. I carabinieri del napoletano hanno condiviso una locandina nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, celebrata il 25 novembre, per spingere le donne vittime di abusi a denunciare.
Una delle donne che ha deciso di denunciare proprio a novembre del 2020 è Caterina Stellato, di Casandrino, in provincia di Napoli. La donna è riuscita a salvare se stessa e i suoi figli dal compagno violento, che ha comunque eluso le restrizioni e ha tentato, in ultimo, di irrompere in casa dei genitori di lei con l’intento di vendicarsi. Ad oggi, Caterina vive nel terrore per paura che il suo compagno, una volta uscito di galera -ad aprile-, possa ucciderla e si sta creando una rete di visibilità e supporto per evitare che succeda il peggio.
Dunque, sorge spontanea una domanda: per quanto siano difficili da gestire casi come questi, quanto vale la denuncia di una donna che subisce maltrattamenti, se l’oppressore dopo poco tempo sarà libero di abusarne di nuovo?