Non solo mille colori, come cantava il grande Pino Daniele, ma mille suoni, mille profumi e soprattutto migliaia di volti, di sorrisi e di occhi vivaci. Via dei Tribunali, una delle arterie del cuore pulsante di Napoli, è piombata nuovamente in un assordante silenzio, da settimane oramai in zona rossa, indispensabile per volere degli esperti, a causa dell’impennata fuori controllo dei contagi da COVID-19 in Campania.
“Dottò….vederla così è una coltellata al cuore!” A parlare è Antonio, (nome di fantasia) il titolare di uno dei bar presenti nel tratto di strada che conduce a Port’Alba, costretto a sbarrare l’accesso al suo locale e servire caffè in bicchierini monouso, esclusivamente d’asporto.
Passeggiare a Via dei Tribunali, da sempre, significa ricevere una fiala di gioia, di colore, di buon umore, di leggerezza e di allegria; significa incontrare ambulanti, attacchini, scugnizzi, avventori ed artisti di ogni genere.
I suoni ed i rumori del centro storico, che a Napoli hanno un sapore ed un significato diverso, perché ti fanno sentire sempre in compagnia, fino a notte fonda, lasciano il passo alle serrande abbassate, al silenzio, all’assenza di passanti e turisti, che sono sempre stati, la linfa vitale della capitale del Meridione d’Italia.
Il silenzio di questa strada storica, come quello delle altre vie del centro storico e non solo, purtroppo non ferisce soltanto l’animo di chi ama Napoli, che non avrebbe mai voluto raccontarla così: a pagarne duramente le spese sono i commercianti, stremati, stretti nella morsa dei costi e delle tasse da pagare, pur non avendo incassato un centesimo.
Stanchi di aspettare dopo un altro mese di stop, i negozianti napoletani hanno dato vita ad una protesta pacifica, simbolica e nel pieno rispetto delle normative anti-covid.
L’iniziativa di lunedì 29 marzo, partita da un’idea di Chiara Catapano, imprenditrice da vent’anni nel settore della moda e Presidente di Chiaia District è stata siglata da Confcommercio, Federmoda, Fipe ed ha coinvolto i negozianti di Chiaia, Vomero, e Corso Umberto che in poche ore, grazie al passaparola ed ai favori della rete, hanno ricevuto adesioni da tutta l’area metropolitana divulgando l’iniziativa anche nelle città di Castellammare, Salerno e Caserta.
La manifestazione, condotta in maniera solitaria da ciascun negoziante, prevedeva semplicemente di riaccendere finalmente le luci dei negozi, se pur con una simbolica saracinesca aperta a metà. “Il futuro non si chiude” è lo slogan esposto in vetrina accanto al loro manifesto di protesta.
“Quest’ultimo mese di chiusura è stata la batosta finale, anche le imprese grandi e storiche sono in ginocchio, per non parlare delle migliaia, medie e piccole, che rischiano di chiudere definitivamente.” Dichiarazioni preoccupanti, queste del presidente di Federmoda Confcommercio, Roberta Bacarelli. Si lancia così l’ennesimo allarme per tutto il comparto commercio, che continua a subire ingenti danni e che, da tre mesi oramai, viene lasciato a se stesso senza più ricevere ascolto dalle istituzioni.