Materica: la scienza come (non) te la immagini è una mostra fotografica sulla materia che attraverso immagini inedite ci presenta nuovi materiali che potrebbero rappresentare una svolta dal punto di vista della sostenibilità per le loro peculiarissime caratteristiche. L’arte e la scienza sono così accomunate dalla continua ricerca di metodi, materiali, punti di vista che stimolino la nostra curiosità e ci facciano capire l’importanza che la materia può avere per la società, per il mondo, per il nostro futuro.
Promossa dall’Ambasciata d’Italia in Messico, in collaborazione con Città della Scienza in Italia ed Universum in Messico, nell’ambito della giornata della ricerca italiana nel mondo (il 15 aprile, giorno della nascita di Leonardo Da Vinci), la mostra ci presenta materiali naturali scelti per le loro caratteristiche peculiari, soprattutto nell’ambito di possibili utilizzi che aiutino nella transazione energetica e dell’impatto ambientale, come ci spiega Camilla Coletti, ricercatrice dell’Istituto Italiano di Tecnologia e Direttore del Gruppo di Ricerca 2D Materials Engineering, che ci parla del grafene, vero protagonista della mostra.
Un materiale innovativo con numerosi ambiti di applicazione, il grafene (materiale formato da un singolo strato di carbonio), più resistente del diamante e più flessibile della plastica, dissipa il calore, è ottimo conduttore termico ed elettrico, e già è stato utilizzato in diversi ambiti per le sue proprietà: alcuni componenti dei nostri cellulari, caschi per attutire meglio gli urti, smartphone flessibili e trasparenti sono solo alcuni degli utilizzi odierni.
La speranza di Camilla Coletti è che si possa trovare modo di utilizzare questo materiale su più larga scala, poichè il suo utilizzo potrebbe diminuire l’impatto ambientale in differenti ambiti, come nel caso di una rete di telecomunicazioni a basso consumo energetico, di componenti in grafene per aerei, in modo da diminuire il loro peso e conseguente utilizzo di carburante, nelle nostre case, essendo ignifugo potrebbe essere utilizzato nelle pareti, aiutando anche a non disperdere calore, senza dimenticare le vele solari che ci permetterebbero di esplorare l’universo, attraverso componenti di grafene che permetterebbero viaggi spaziali senza utilizzo di carburante.
Camilla Coletti ci porta così nel suo mondo, dove scienza e arte sono uniti dall’immaginazione, e se per lei il grafene sarà fondamentale per il futuro, gli autori veri e propri della mostra Materica, Mauro Caccavale, Ricercatore presso Istituto di Scienze Marine ISMAR-CNR e Michela Alfé Ricercatrice presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie per l’Energia e la Mobilità Sostenibili STEMS-CNR, cercano dunque di mostrare questi nuovi materiali ad un pubblico più ampio, che vada oltre gli ambiti accademici.
” Siamo sempre alla ricerca di punti di vista differenti che possano stimolare la curiosità, sia nostra, sia delle persone con cui abbiamo la possibilità di relazionarci“, dice Mauro Caccavale, che sottolinea l’importanza che ha per i ricercatori poter portare fuori dai laboratori le loro scoperte, poterne parlare con i non addetti ai lavori in modo da valorizzare il loro lavoro, far comprendere l’importanza delle scoperte scientifiche, anche nel nostro quotidiano.
“Le macrofotografie che abbiamo eseguito sono nate dall’esigenza di comunicare il bello che si trova nei materiali, di nuova generazione e di grandezza infinitesimale, microscopici, difficili da osservare anche per gli addetti ai lavori senza la strumentazione. Abbiamo voluto creare un percorso che permettesse a chiunque di ammirare la bellezza che si nasconde nell’estremamente piccolo, ponendosi al tempo stesso delle domande, essere stimolati ad andare oltre la semplice immagine che può essere affascinante per i colori o le geometrie e chiedersi cos’è quell’oggetto, cosa può comportare per il nostro modo di vivere“, continua Mauro Caccavale.
Lo stimolo della curiosità è quindi l’elemento cerniera, “che unisce quotidianamente lo scienziato, il ricercatore, ma anche l’artista, che deve essere considerato come uno studioso“, anche lui indaga quotidianamente nuove tecniche e metodologie per raggiungere un obiettivo, ” comunicare sue idee o stimolare gli altri ad avere nuove visioni delle cose” e mai come in questo momento, in cui tanto si discute di Recovery Fund, soprattutto nell’ambito della transizione energetica e dell’ambientalismo,una maggiore consapevolezza nei nuovi materiali potrebbe portarci a raggiungere importanti obiettivi.