Scene di panico lo scorso weekend al Cardarelli di Napoli dove, a causa di un decesso di una paziente, i familiari hanno messo a soqquadro il reparto d’ospedale e avrebbero causato la morte di un’altra persona. A Napoli scene del genere purtroppo sono all’ordine del giorno, medici, infermieri, operatori sanitari vittime dell’ignoranza e costrette a lavorare in condizioni preoccupanti.
A denunciare questo ennesimo episodio ci ha pensato l’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” che sulla propria pagina Facebook ha raccontato come siano andati i fatti di quella notte.
“Donna di 52 anni muore all’ospedale, familiari seminano il panico in reparto. E’ accaduto al Cardarelli di Napoli nella notte tra sabato e domenica. Una donna, ricoverata in Medicina d’Urgenza, è deceduta.
I familiari, informati della morte, hanno raggiunto il quarto piano del reparto aggirando i controlli delle guardie giurate e hanno iniziato ad insultare e spintonare i medici: ritenevano che non avessero fatto abbastanza per salvare la donna.
Uno degli 8 familiari ha anche danneggiato un dispositivo per il monitoraggio dei parametri vitali dei pazienti. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del radiomobile di Napoli e della stazione Vomero, le 8 persone sono state identificate e denunciate per danneggiamento, minacce e interruzione di pubblico servizio.”
Inoltre da quanto apprende NTI da fonti interne: “Sembra infatti che mentre i parenti della vittima mettevano a soqquadro il reparto …un altro paziente sia morto senza ricevere le dovute manovre salvavita da parte di chi ( medici ed infermieri) erano presi a schiaffi e spintoni dai trogloditi intrufolatosi nel reparto. È stato predisposto il sequestro delle 2 salme. Se gli inquirenti dovessero confermare questa evenienza ci sarebbe il reato di interruzione di pubblico servizio e di omicidio colposo“.
Dott.Manuel Ruggiero presidente NTI: “Purtroppo dobbiamo ammettere che il COVID ci ha reso persone peggiori, stanno aumentando le aggressioni e l’odio nei confronti di chi cura le persone! I nemici non siamo noi, bensì le patologie!”