Domenica 3 Agosto a Cercola, nel piazzale dei Platani, si svolgerà la finalissima del concorso per Drag Queen, Black&White.
Si tratta dell’ultima tappa di una lunga selezione, che ha visto coinvolti persone di tutta Napoli e provincia, ragazzi di ogni età.
Abbiamo intervistato l’organizzatore, Salvatore Vitiello, in arte Lady Sasha e due Drag che erano lì presenti per ultimare le loro performance.
Lady Sasha spiega l’origine del concorso:”Drag Black&White nasce dall’unione di due precedenti concorsi, il Black e il White per l’appunto, i quali si sono svolti rispettivamente in Primavera e in Inverno. Tramite questi due eventi già sono state selezionate delle vincitrici. In entrambi i contest abbiamo avuto un’unica trionfatrice,e lo stesso sarà per questo che si svolgerà domenica”.
Ci spiega che l’intento del concorso è la ricerca di muovi talenti: “Siccome io personalmente ho vissuto dei sistemi per cui era impossibile emergere, ho cercato di far esprimere questi ragazzi e dargli maggiori opportunità, tentando di dargli una mano il più possibile, in quanto spesso non gli vengono concesse grandi occasioni. L’intento principale è quello di creare un gruppo affiatato, privo di rivalità e gelosia, dove esista invece collaborazione, novità, originalità e confronto, per evitare di proporre spettacoli in cui ci siano fotocopie. “
Gli abbiamo chiesto il motivo per cui la finale si svolgesse proprio a Cercola:
“Io abito a Cercola e mi piaceva portare questo nuovo spettacolo in un paese in cui, come in tanti altri, si è convinti che la Drag Queen sia un travestito, quando questo non è vero.”
Aggiunge poi che l’evento sarà l’occasione per spiegare che la figura della Drag Queen non è prevalentemente quella di un omosessuale, ma una forma d’arte che chiunque può realizzare.
E’ importante sapere, come Salvatore ricorda, che questo concorso rientra in una tradizione molto vasta: “Esistono molti altri concorsi, come ad esempio Miss Drag Queen Italia, in cui io nel 2013 ho raggiunto il 2° posto, partecipando alla semifinale di Torre Del Lago. Il Drag Factor, che si svolge a Roma, un progetto bellissimo e molto innovativo. Ci sono anche Drag Lab, Drag per una notte, Regina d’Inverno, Miss Drag Queen del Sud. Insomma, ci sono molte realtà poiché il fenomeno sta crescendo molto. In un primo momento eravamo visti come semplici travestiti e quindi come realtà era un po’ osteggiata.”
A questo punto è lecito capire se i precedenti eventi, da lui organizzati, abbiano ottenenuto consensi. Orgoglioso, Vitiello risponde: “Assolutamente si. Il White ha avuto un vero e proprio boom. A differenza del Black infatti è stato realizzato a puntate, con una finale di grande impatto e di enorme successo. Le selezioni per questo nuovo lavoro, fin ora, si sono svolte nei locali di Napoli. Pensiamo in futuro di allargarlo in tutta Italia.”
Adesso decidiamo di gettare i riflettori sul suo personaggio: “In un primo momento, precisamente 25 anni fa, ero semplicemente un trasformista, e ancora non avevo adottato questo nome, ma utilizzavo ancora Salvatore Vitiello. Inizialmente realizzavo le imitazioni di Anna Oxa, che è la mia beniamina, e Renato Zero. Nel 2013 ho partecipato ad un meeting di Anna con i fan, dove io ero il performer ufficiale. Lei mi ha visto, si è divertita tantissimo, mi ha fatto moltissimi complimenti. Ci sono anche dei video su Youtube. Da lì ho percepito la necessità di ampliare il mio bagaglio performativo, perché io credo che ad un certo punto bisogna allargare i proprio orizzonti. L’anno scorso infatti è nata Lady Sasha, con l’esigenza di fare qualcosa di più elevato del trasformista. Ho creato questo personaggio per essere un po’ più personale, senza però abbandonare le mie vecchie imitazioni.
Ho tentato quindi di essere più elegante e ricercato. Ringraziando Dio questo non mi manca. Qualsiasi cosa infatti (costumi, coreografie, testi modificati, etc …) le realizzo da solo, aiutando tutte le Drag che mi circondano, senza abbandonarle mai. A Settembre dovrei realizzare un nuovo spettacolo, basato sul classico napoletano, facendo però la parodia delle canzoni del nostro repertorio.”
A questo punto ho deciso di parlare con i protagonisti della manifestazione, coloro che rappresentano l’anima dell’evento, ovvero due Drag, che si esibiranno domenica. Uno dei due, tra l’altro, è un giovanissimo 16enne.
Il primo ragazzo che ho intervistato è Mistico, un timido Drag Androgino, che da poco ha intrapreso questa forma d’arte, e mi ha raccontato che: “Ho iniziato partecipando al concorso Black, ideato da Lady Sasha. A me è sempre piaciuto ballare. Il mio personaggio si chiama Mistico, un Androgino, ovvero una maschera che conserva molti caratteri maschili. I Drag si dividono in Classic, ShowGirl e Androgino per l’appunto. Ho scelto però di essere versatile, passando da un genere all’altro, senza problemi.”
L’altro ragazzo è quello più piccolo, ed ha una storia tutta basata sulla casualità degli eventi. Il suo nome d’arte è Emy J Flex: “E’ nato tutto per gioco. Io ho fatto il ballerino per una Drag Queen che ha vinto Drag per una notte. Addirittura l’ho accompagnata in Sardegna per la finale. Al ritorno mi sono reso conto di aver maturato una passione per questa forma d’arte. La mia prima esperienza è stata la vittoria al concorso Drag White, nonostante nella puntata delle selezioni, fossi arrivato secondo. Sono Drag da un anno. Il mio personaggio è un Androgino. Il suo nome, Emy J Flex, è nato, scherzosamente, guardando le pubblicità dei materassi. Infatti si tratta di uno storpiamento di Eminflex, ma mai nessuno se ne accorge! E’ un carattere versatile. A differenza del Androgino classico, che ha uno stile dark, io preferisco i colori vivaci e le combinazioni variopinte.
Finisce qui la nostra chiacchierata, grazie alla quale ho scoperto un ramo artistico e performativo davvero coinvolgente ed estremamente interessante. Ogni loro esibizione è ricca di elementi artistici, ed ha un impatto emotivo davvero notevole.
Una disciplina artistica tutta da seguire e da gustare, che potrebbe rappresentare la frontiera del futuro culturale italiano. Chi ci dice che non potrebbe essere una vera e inaspettata risorsa e che quindi, nel nostro presente, non debba essere coltivata.