29 giugno 1996, a Napoli “Jesce sole”: il primo Gay Pride del Sud

Gay Pride a Napoli


Una parata di colori, quelli arcobaleno; una manifestazione d’amore, quello indifferente al genere e alle ipocrisie. I primi gay pride come rivendicazione dei propri diritti, gli ultimi – ad esempio quello celebrato il 3 luglio a Napoli – come affermazione dei propri valori. Cominciò tutto in America, negli anni ’90 poi il movimento approdò a Roma e a Napoli, dove si tenne il primo storico raduno delle comunità LGBT+ del Mezzogiorno.

Ventisette anni dopo i moti di Stonewall – che sancirono la data di nascita del movimento di liberazione LGBT+ (acronimo di Lesbiche, Gender, Bisessuali e Transessuali, cui oggi si aggiunge anche la Q di Queer, ovvero chi non si riconosce come transessuale o cisgender, pur non dichiarandosi non eterosessuale) in tutto il mondo – il 29 giugno del 1996 l’onda dei Pride travolse, infatti, anche il nostro meridione, arrivando a Napoli. La città partenopea – al grido di “Jesce Sole” e del motto “Anche la Madonna di Pompei vuole bene ai gay” fu, infatti, teatro del primo Gay Pride del Sud, il terzo in Italia (dopo Roma ’94 e Bologna ’95).

Vi presero parte anche Mario Merola e Gigi D’Alessio, che si esibirono su un apposito palco; ma anche l’allora sindaco Bassolino sostenne la causa dell’associazione Arcigay e di quella Antinoo Arcigay Napoli, diretta da Mario Mieli e il cui nome si ispira al famoso giovinetto amante dell’imperatore romano Adriano. Durissime, invece, le parole del cardinale Giordano, che non risparmiò accuse di immoralità verso gli omosessuali usciti allo scoperto.

In effetti anche all’interno del movimento LGBT+ poco dopo vi fu una crisi: Mario Mieli, propose di rompere il monopolio politico esistente all’interno del movimento omosessuale e quindi smantellare l’organizzazione di Arcigay Nazionale. Si organizzarono, allora, Pride separati, guidati da Mieli e Arcigay.

Ciononostante nel 2010 Napoli tornò ad ospitare un nuovo Gay Pride, dimostrandosi come sempre una città molto aperta mentalmente di fronte alle diversità riguardanti qualunque sfera della vita cittadina. La manifestazione di ieri, 3 luglio 2021, ne è una indiscutibile dimostrazione.


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