Troppo lavoro, e così un funzionario giudiziario “pro tempore” della IV sezione Penale della Corte di Appello di Napoli distruggeva ordinanze, decreti di intercettazione, sentenze, fatture, avvisi, richieste e impugnazioni di sentenze. La donna è ora agli arresti domiciliari e dovrà rispondere di soppressione e distruzione di atti, corruzione, peculato, accesso abusivo ad un sistema informatico e truffa in danno dell’Amministrazione.
Per fortuna prima di andare al macero, tutti i documenti sono stati fotografati dalla Guardia di Finanza. Le fiamme gialle infatti si recavano di notte nel Palazzo di Giustizia per salvare gli atti che altrimenti sarebbero stati distrutti. Come scritto dal gip, in più occasioni la donna manifestava:
“preoccupazione sia per la mole di lavoro in capo al suo ufficio – a suo dire eccessivamente elevata – sia per la circostanza che alcuni fascicoli risulterebbero smarriti, peraltro, con il silenzio di altri appartenenti all’amministrazione giudiziaria…“.
Persino gli addetti alle pulizie avevano notato che qualcosa non andava, nell’ordinanza si legge che in un’intercettazione uno di loro si lamentava della quantità di carta cestinata mentre svuotava il contenitore della carta posto nell’ufficio della donna.
Come reso noto dall’Ansa, tra gli atti giudiziari distrutti dalla funzionaria ma salvati dalla Guardia di Finanza figurano anche delle integrazioni a un procedimento riguardante il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, arrestato la scorsa estate e recentemente trasferito a Napoli dalle autorità di Dubai, e documentazione su ‘o Marziano, narcotrafficante del Parco Verde di Caivano.