Riapre al pubblico dall’1 luglio 2022 l’Ipogeo dei Cristallini nel cuore del Rione Sanità di Napoli. Una testimonianza rara di pittura ed architettura ellenistica di 2300 anni fa.
Il complesso nell’area detta dei Vergini è costituito da quattro sepolcri, scavati nella roccia, uno di questi splendidamente intatto.
Tra le decorazioni pittoriche spiccano una raffigurazione di Dioniso e Arianna e una testa di Medusa. L’ambizioso progetto di restauro, voluto dalla famiglia Martuscelli, proprietaria dell’Ipogeo, è in parte finanziato con fondi Europei/Regione Campania ed è svolto sotto l’alta sorveglianza e coordinamento scientifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, in collaborazione con ICR-Istituto Centrale per il Restauro.
L’iniziativa è stata presentata al MANN dal presidente Vincenzo De Luca, Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli, Luigi La Rocca, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, Alessandra Marino, Direttore ICR-Istituto Centrale per il Restauro.
Le visite dall’1 al 10 luglio saranno gratuite prenotabili su www.ipogeodeicristallini.org.
Una scoperta incredibile fatta nel lontano 1889 e oggi resa finalmente fruibile al pubblico, grazie anche a un contributo concesso della Regione Campania per gli interventi di restauro, la creazione di un percorso multimediale di visita con audio guida e digitalizzazione e rendering in 3D; video in realtà virtuale e aumentata.
Negli ambienti si notano vasche colorate, ornamenti come cuscini in tufo ed è ancora intatto un affresco di 2400 anni fa.
Per il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi «quest’apertura è un altro grande evento nel percorso di valorizzazione dei luoghi del Rione Sanità».
L’area dei Vergini, all’interno del quartiere Sanità, fin dal IV secolo A.C. fu destinata a necropoli, dapprima con l’escavazione di tombe a camera (via dei Cristallini, vico Traetta, via Santa Maria Antesaecula), successivamente con la realizzazione di complessi cimiteriali catacombali (San Gennaro, San Gaudioso, San Severo) infine con la destinazione di un’immensa cava ad ossario (Le Fontanelle).
I greci, che allora abitavano la città di Neapolis quando questa faceva ancora parte della Magna Grecia, realizzarono alcuni ipogei funerari, costruendo delle tombe nel sottosuolo in cui hanno riposato per millenni i resti degli antichi abitanti della città partenopea.
Fra questi ipogei spiccano le quattro tombe “dei Cristallini”, chiamate così perché situate nel sottosuolo di via dei Cristallini e si trovano per la precisione sotto l’antico palazzo del barone di Donato.
Infatti nel 1889 il barone di Donato, cercando acqua o tufo nel sottosuolo del suo palazzo di famiglia trovò invece un tesoro di pittura e architettura ellenica.
Oggi è possibile accedere all’Ipogeo dall’interno del numero civico 133 a via dei Cristallini.