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Samuele buttato giù dal balcone: chiesti 18 anni di carcere per il domestico

Napoli. Chiesti 18 anni di reclusione per Mariano Cannio, il domestico che ha lasciato cadere il piccolo Samuele di soli 4 anni dal balcone di casa. A riportare la notizia è ilmattino.it.

Samuele, chiesti 18 anni di carcere per il domestico

Secondo il pm Barbara Aprea nel momento della tragedia il domestico avrebbe agito essendo capace di intendere e di volere, anche se non sarebbe chiaro il movente. Non si sa effettivamente perchè avrebbe compiuto un gesto così orrendo, ma quello che è certo, secondo il pm è che Cannio in quel momento era lucido.

La storia

Era il 22 settembre del 2021 quando il piccolo Samuele cadde dal terzo piano del palazzo in via Foria dove abitava con i genitori. Il bimbo di 4 anni fu lasciato cadere dal domestico Mariano Cannio che il quel momento si trovava in casa, mentre la madre del piccolo incinta all’ottavo mese era in bagno per un malore.

L’ho lasciato cadere; era in braccio a me; mi parlava di calcio, della partita che aveva fatto, poi ci siamo affacciati al balcone, perché sentivamo voci e… l’ho lasciato cadere“, aveva raccontato Cannio agli inquirenti. “Poi, sono andato via. C’era gente per strada, mi è venuta fame e sono andato a mangiare una pizza da quelle parti. Poi sono tornato a casa. Ho riposato. Poi sono uscito di nuovo, ho preso un cornetto e sono tornato a casa“, ha continuato.

Per gli inquirenti è incapace di intendere e di volere e per i difensori si tratta di un soggetto schizofrenico, come dimostrano le cartelle cliniche. Cannio infatti era seguito dalla Asl ed era in cura.