L’antica Pizzeria da Michele in the world offre un posto di lavoro ai dipendenti di Domino’s Pizza Italia. La multinazionale americana ha infatti chiuso tutti i punti vendita nel nostro paese, dopo sette anni di presenza che però non l’hanno fatta mai decollare nel nostro paese.
“L’Antica Pizzeria Da Michele in the world – si legge in un comunicato – accoglie l’invito di Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione Univerde e già ministro, e offre posti di lavoro ai dipendenti che l’hanno perso a causa della recentissima chiusura di Domino’s in Italia”. Così Alessandro Condurro, Amministratore della Michele in the world e segretario dell’Unione Pizzerie Storiche “Le Centenarie”, esprime il proprio dispiacere per le attività commerciali della catena che hanno definitivamente abbassato la propria saracinesca. Le candidature possono essere mandate all’indirizzo info@micheleintheworld.com.
Attualmente, l’Antica Pizzeria da Michele in the world è presente, a livello mondiale, con 26 sedi: in Italia a Napoli, Salerno, Milano, Verona, Firenze, Bologna, tre a Roma, Lecce e Palermo, in Europa a Barcellona, Berlino, Amburgo, due a Londra e Manchester, in Giappone a Tokyo, Fukuoka e Yokohama, negli Emirati Arabi con due sedi a Dubai, in Arabia Saudita a Riyad, Al Khobar e Gedda, negli Stati Uniti a Los Angeles. Le sedi stagionali attualmente aperte sono Crotone, Como, pressi l’Holton Hotel, e Venezia, all’Hotel Excelsior. Tra le prossime aperture previste: Santa Barbara negli Stati Uniti e Bari.
Alfonso Pecoraro Scanio, tra i promotori della candidatura a patrimonio Unesco dell’Arte dei Pizzaiuoli Napoletani poi andata a buon fine, aveva affermato: “Il riconoscimento Unesco ha rafforzato la cultura della pizza artigianale ma soprattutto ha dato prestigio internazionale al mestiere del Pizzaiuolo. Ma il rifiuto delle pizze all’ananas o simili è nella cultura gastronomica degli italiani. Direi che è la vittoria dei consumatori consapevoli. Ma ora chiedo alle pizzerie locali specie di scuola napoletana di offrire lavoro ai dipendenti che soffrono della chiusura di queste filiali. Anche la solidarietà deve essere una parte dell’identità di quell’arte dei Pizzaiuoli napoletani riconosciuta grazie alla mia campagna Pizza Unesco”.
Domino’s Pizza ha chiuso con un fallimento la propria esperienza italiana. L’obiettivo era aprire circa 880 punti, ma nel periodo di massima espansione le pizzerie aperte erano 29 e tutte da Roma compresa in su. L’amministratore delegato aveva annunciato l’intenzione di portare la pizza con l’ananas anche a Napoli, un sogno che però è rimasto tale.