Napoli, da parcheggiatore abusivo a volontario per migliorare la città grazie al reddito di cittadinanza. Questa è la storia di Paolo Maisto, che in passato faceva il parcheggiatore abusivo.
Ora grazie al sussidio ha deciso di cambiare vita e fare del bene per la sua città. A raccontarlo è il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli.
“Paolo Maisto – racconta Borrelli – è un cittadino napoletano che da quando ha ricevuto il reddito di cittadinanza ha cambiato vita. Da parcheggiatore abusivo è diventato, in maniera del tutto spontanea, un volontario e tutti i giorni si impegna per migliorare le condizioni di vivibilità della nostra Napoli. Anche oggi, 25 agosto, Paolo si è rimboccato le maniche e armato di guanti, scopa e sacchi dell’immondizia ha ripulito via San Gennaro ad Antignano, dove si trova l’ingresso della Asl Napoli 1 Vomero-Arenella. E’ lì che l’ho raggiunto per complimentarmi personalmente per le iniziative che intraprende in completa autonomia. Stamattina ha dedicato il suo tempo a una strada abbandonata, piena di erbacce e rifiuti di ogni genere che grazie e lui finalmente si presenta davvero pulita, così come non la vedevamo da anni”.
“Questo è un esempio da seguire. Lui dovrebbe essere intervistato e invitato in studio dalle televisioni nazionali e non i cialtroni che vogliono il reddito o il posto fisso senza fare nulla, senza dare il loro contributo alla società. Credo che tutti i percettori del reddito di cittadinanza dovrebbero essere come Paolo, pronto ad abbandonare le scelte sbagliate fatte in passato appena ha ricevuto un aiuto dallo stato, pronto a dare il suo contributo per far crescere la città, pronto nel mettersi a disposizione del bene comune. Così il reddito funziona davvero”, conclude.
Molti vorrebbero togliere il reddito di cittadinanza perché secondo alcuni sarebbe questa la causa della mancanza di gente che voglia lavorare. Nessuno, o quasi, si sofferma sul perché i giovani disoccupati preferiscono non accettare quei lavori, ed ossia gli stipendi da fame a fronte di orari di lavoro a limite della schiavitù. Per tutte queste persone, presunti imprenditori e simili, un lavoratore dovrebbe accettare uno stipendio di neanche mille euro al mese per lavorare anche 14/16 ore al giorno, inclusi fine settimana e festivi (senza indennità), magari a nero e senza alcuna tutela.