Festa della Madonna che scioglie i nodi. La Parrocchia di Santa Maria Incoronatella nella Pietà dei Turchini, nel centro storico di Napoli, considerata punto di riferimento nazionale per la devozione alla Beata Vergine Maria che scioglie i nodi, celebra per la prima volta, in modo solenne, la festa in suo onore.
Lo farà con la Solenne Novena, che avrà inizio lunedì 19 settembre, nella solennità del Patrono di Napoli San Gennaro, e terminerà,
dopo nove giorni, martedì 27 settembre. Ogni sera alle 18,30 è prevista la recita del Santo Rosario, seguito dalla celebrazione eucaristica. Ma la vera novità e rappresentata dalla processione per le strade del centro storico di Napoli della venerata immagine di Maria che scioglie i nodi l’ultimo giorno della novena, il 27 settembre, nelle ore serali. Accompagnata dalle congreghe ed associazioni religiose e dai numerosissimi devoti sparsi ovunque, il venerato simulacro percorrerà anche una parte di via Toledo, l’arteria principale della città, la strada dello shopping che conduce in piazza del Plebiscito.
Mercoledì 28 settembre è il giorno della festa, nel quale si ricorda il primo “nodo” sciolto per intercessione della Vergine Maria e la preghiera di padre Jacob Rem ai coniugi Wolfgang Langenmantel e Sophia Rentz, sposi che attraversavano una profonda crisi matrimoniale: era il 28 settembre 1615. Durante il giorno della festa sarà celebrata la messa alle 8,00 alle 12,00 e alle 19,00. Quest’ultima messa sarà trasmessa
in diretta nazionale sull’emittente della CEI TV2000. Un evento che segna l’attenzione dell’emittente cattolica verso la devozione a Maria che scioglie i nodi, così come praticata nella chiesa napoletana.
È un matrimonio che risale a quattro secoli fa, anno 1612, quando il nobile Wolfgang Langenmantel (†1637) sposò Sophia Rentz (†1649). Appena tre anni dopo, a causa di una serie di incomprensioni e diverbi che ne avevano minato il legame, i due sposi si trovavano in piena crisi e meditavano di separarsi. Ma prima di risolversi in tal senso, Wolfgang si recò a Ingolstadt, a una settantina di chilometri da Augusta, per consigliarsi con padre Jakob Rem (†1618), un gesuita morto in odore di santità, a cui si deve l’invocazione Mater ter admirabilis (“Madre tre volte ammirabile”).
Il buon sacerdote affidò la difficile situazione matrimoniale a Maria Santissima e iniziò a pregare insieme a Wolfgang per custodire il sacramento. Il 28 settembre 1615, nell’ultimo dei loro quattro incontri, lo sposo consegnò a padre Rem il nastro nuziale. Ai tempi, durante la celebrazione del matrimonio, era usuale legare le mani degli sposi con un nastro bianco, segno del vincolo indissolubile. Dopo ogni litigio
con il marito, Sophia faceva un nodo al nastro, cosicché quello consegnato a padre Rem risultava pieno di nodi. Ebbene, quel 28 settembre, un sabato, il sacerdote gesuita, in preghiera davanti a un’icona della Beata Vergine, sollevò il nastro nuziale e disse: «Con questo atto religioso innalzo il vincolo del matrimonio, sciolgo tutti i nodi e lo appiano».
Miracolosamente i nodi si sciolsero e il nastro riacquistò
il suo candore. Tra Wolfgang e Sophia ritornò la pace e il matrimonio fu salvo. Alcuni decenni dopo la loro morte, un nipote di Wolfgang e Sophia, Hieronymus Ambrosius von Langenmantel (1641-1718), canonico nella chiesa di San Pietro ad Augusta, commissionò un dipinto che raccontasse il soccorso celeste al matrimonio dei propri nonni. L’opera fu eseguita, nel 1687, dal pittore tedesco Johann Georg Melchior Schmidtner, che dipinse Maria nell’atto di sciogliere i nodi di un nastro tenuto ai suoi lati da due angeli: uno alla sua sinistra, che la guarda porgendole i grovigli; e l’altro alla sua destra, con lo sguardo verso l’osservatore, a cui mostra il nastro perfettamente sciolto dalla Madre di Dio. La Vergine è raffigurata secondo la gloriosa descrizione congiunta della Genesi (3,15), quindi nell’atto di schiacciare la testa al serpente, e dell’Apocalisse (12,1). Nel riquadro inferiore si vede l’Arcangelo Raffaele che guida per mano Wolfgang – figura del Tobia dell’omonimo libro biblico – verso il convento gesuita, luogo di salvezza per il suo matrimonio.
Nel mese di ottobre del 2018 il parroco della Pietà dei Turchini, don Simone Osanna, espone alla venerazione dei fedeli una riproduzione fedele del dipinto di Augusta realizzato da Caterina Bakas, pittrice con un piccolo laboratorio accanto alla chiesa parrocchiale di via Medina. Comincia un flusso costante di devoti che raggiungono la chiesa da ogni parte della città e lasciano, in modo del tutto
spontaneo, i loro nodi accanto all’immagine di Maria: preghiere scritte su fazzoletti di carta annodati. In pochi giorni diventano centinaia e bisogna trovare il modo per “smaltirli”. Sono le preghiere dei devoti, spesso afflitti da problemi seri, e non possono essere buttati via. Si pensa ad una celebrazione, in giorno di sabato, già dedicato dalla pietà popolare al culto mariano. Al termine della messa, al canto
del Magnificat, i nodi vengono inseriti in un braciere e incendiati insieme all’incenso, in segno della preghiera che sale a Dio. Il culto si diffonde velocemente e su ampia scala anche grazie ai social media, che la parrocchia utilizza come strumento di evangelizzazione. Nel mese di ottobre 2019 la Penitenzieria Apostolica accorda la richiesta del Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, di
un anno santo giubilare, il primo nel mondo dedicato a Maria che scioglie i nodi, prorogato a causa della pandemia e chiuso l’8 dicembre del 2021. La chiesa della Pietà dei Turchini, che per i devoti è il Santuario di Maria che scioglie i nodi, diventa punto di riferimento nazionale per questa devozione grazie anche alla stampa e alla televisione che si interessano ad essa.