La lasagna al forno, conosciuta in tutto il mondo, è uno dei piatti più apprezzati della cucina italiana e partenopea. Ha origini molte antiche, risalenti al 100 a.C circa, ai tempi dell’Antica Roma. Cicerone amava particolarmente questo piatto. Altri studiosi però sostengono che le prime preparazioni della lasagna risalissero agli arabo-persiani.
Grazie al ritrovamento di due ricettari, l’ “Anonimo Meridionale del 1238-1239 e il “Liber de Coquina” risalente al 1304-1314, provenienti dalla Corte Angioina di Napoli, sono giunte a noi le antiche ricette delle lasagne al forno.
Nel “De re coquinaria libri” di Marco Gavio Apicio, cuoco dell’imperatore Traiano, è stata trovata la ricetta di un timballo racchiuso in una làgana, ovvero una schiacchiata di farina, senza lievito, cotta in acqua, tirata con il laganaturo, ovvero il nostro odierno mattarello. É da questa ricetta che deriverebbe la nostra lasagna. Apicio era solito prepararle per la ricca ed elaborata cucina di corte.
Nel 1935 Paolo Monelli dedica interi paragrafi nel suo libro “Il Ghiottone Errante” per esaltarne la bontà.
Successivamente la lasagna è diventata parte integrante dei menù napoletani di Carnevale e di Pasqua. Esistono varie varianti regionali, da quella emiliana a quella siciliana e vari tipi, tra cui quella “bianca” e quella alle verdure.
Per quanto riguarda il nome, si dice che sia di origine straniera, probabilmente arabo-persiana. Il Lawsinag tutt’oggi è un dolce di pasta di mandorle cotto in teglie molto grandi e tagliato a losanghe.
Nel 1300 in Inghiletrra veniva chiamata loscyns o losyngys. Nel 1600 in Francia pese il nome di losans, che indicava “quella pasta che si taglia a losanghe per farla seccare”.
Persino due famosi scrittori e poeti hanno dedicato qualche verso a questa specialità:
“Chi guarda a maggioranza spesse volte si inganna.Granel di pepe vince per virtù la lasagna” Jacopone da Todi
“chi de l’altrui farina fa lasagne, il su’ castello non ha ne muro ne fosso” Cecco Angiolieri