Napoli – Il “re” dell’eleganza partenopea, Maurizio Marinella, il cui nome si lega al marchio di cravatte famoso in tutto il mondo, nel corso dell’evento organizzato da Tecno a Palazzo Ischitella, ha parlato delle criticità del mondo del lavoro, denunciando le difficoltà riscontrate nel reperire personale per il proprio laboratorio.
“Viviamo in un mondo difficile, adesso lancio un piccolo ma grande grido di allarme. Noi stiamo a Napoli, un po’ dove tutto è difficile, capitale della disoccupazione. Nei nostri laboratori vogliamo assumere 10/15 persone ma non riusciamo a trovarle” – ha rivelato.
“I giovani non vogliono più fare questi antichi mestieri, preferiscono delle volte andare più in un call center a rispondere al telefono che non entrare in questi laboratori e questo è un problema che hanno tutte le sartorie, le camicerie, il lavoro con le mani. La zona dei guantai è scomparsa completamente, Napoli aveva una fortissima tradizione anche di scarpe fatte a mano ma sta scomparendo” – ha continuato.
“E’ un peccato. Io capisco he tutti vogliamo fare gli amministratori delegati, i medici ma ci sono lavori altrettanto importanti e dignitosi. Potremmo dare lavoro a tantissima gente e io mi arrabbio perché ho migliaia di proposte da filippini, indiani, cinesi che vorrebbero venire nei miei laboratori. Io vorrei continuare a trasmettere un made in Naples fatto a mano, vorrei puntare sui napoletani, dare lavoro a loro”.
Un allarme già lanciato, qualche mese fa, da Elia Caliendo, a capo di un’affermata sartoria napoletana, che pur offrendo uno stipendio di 1.400 euro mensili aveva ricevuto feedback negativi. Se da un lato, dunque, cresce l’attenzione sul lavoro nero e sottopagato, dall’altro c’è anche il problema che affligge parte degli imprenditori onesti che non riescono a reperire le figure richieste.