La camorra resta il primo problema della città di Napoli e la criminalità minorile non è un’emergenza, bensì un elemento strutturale di questo territorio. È questa l’estrema sostanza dell’intervento del questore di Napoli, Alessandro Giuliano, nel corso dell’incontro tenuto questa mattina con la stampa per fare un bilancio del 2022.
Secondo Giuliano la criminalità minorile trova la ragione della sua esistenza non nell’appartenenza dei ragazzi a famiglie camorriste, ma alla mancanza di opportunità. Il questore di Napoli parla di “mancanza di prospettive” che genera rabbia tra i giovanissimi, che però cercano un riscatto seguendo la strada sbagliata. Una delle dimostrazioni di tale dinamica è che “protagonisti delle violenze sono anche ragazzi non legati a contesti di camorra”, ma di famiglie oneste che però vivono condizioni di disagio.
Si tratta di ragazzi sostanzialmente abbandonati a sé stessi, di cui non si curano neanche le istituzioni o lo fanno in maniera sporadica. Il terzo settore fa già moltissimo, probabilmente troppo rispetto alle proprie reali possibilità.
La criminalità minorile secondo Alessandro Giuliano non si combatte soltanto con le forze dell’ordine: bisogna innanzitutto controllare che i giovani seguano effettivamente un percorso scolastico, che apprendano le nozioni che consentano loro di studiare e conseguire un titolo di studio, oppure imparare un mestiere. Quando i giovani vengono seguiti, come dimostra il caso dei corsi sportivi di livello olimpionico impartiti in una palestra del Rione Sanità che vede impegnata direttamente la Polizia di Stato, “non saltano neanche una lezione”.