Biblioteca Nazionale intitolata a Croce. “La Biblioteca Nazionale di Napoli non sia più intitolata al Re d’Italia Vittorio Emanuele III, che promulgò le leggi razziste che portarono alla deportazione di 8.546 ebrei, ma porti il nome di Benedetto Croce“, è l’appello lanciato da comitati civici e associazioni al Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
L’appello è partito ieri dal Sindacato Unitario Giornalisti Campania (SUGC) “dalla memoria che 85 anni fa, nel novembre del 1938, Vittorio Emanuele III promulgava le leggi razziste, il più infamante dei provvedimenti legislativi e amministrativi – si legge nella nota – voluti dal fascismo. A pagarne le conseguenze non furono solo gli 8.564 ebrei deportati dall’Italia e dai territori occupati dai nostri militari, ma anche le decine di migliaia di connazionali di religione o discendenza ebraica che, pur non avendo vissuto il dramma della deportazione e dell’internamento, per anni furono privati dei più elementari diritti. A colui che è stato uno dei protagonisti della più infelice delle stagioni del Novecento, a cui vanno certamente addebitate anche le sofferenze patite da centinaia di migliaia di militari italiani abbandonati al loro infausto destino dopo l’8 settembre 1943, Napoli continua a mantenere intitolata una tra le più importanti istituzioni culturali della città: la Biblioteca Nazionale, terza per importanza dopo quelle di Roma e di Firenze“.
Nico Pirozzi, giornalista e coordinatore dell’Associazione Memoriae, che ricorda la Shoah, spiega che “Vittorio Emanuele III intitolò la Biblioteca a se stesso circa 100 anni fa. Un passato che va cambiato nel simbolo della cultura storica di Napoli, e lo facciamo con un appello che coinvolga tutta l’Italia, visto che a lui sono intitolate anche scuole, luoghi di cultura e strade. Speriamo di avere a breve altre adesioni, ma siamo pronti a mandare la lettera-appello al ministro della Cultura“.
“Rimuovere il nome di Vittorio Emanuele III da un così importante e significativo luogo di cultura della città, per sostituirlo con quello del filosofo Benedetto Croce, che all’istituzione di piazza del Plebiscito riservò sempre costante e devota attenzione, non rappresenterebbe solo un tardivo atto di giustizia nei confronti delle vittime delle leggi razziste ma anche un modo per incasellare nel giusto ordine i tasselli della storia“, scrive.
“In linea di massima sono favorevole, conoscete il mio amore per Croce. Il mio primo atto pubblico è stato recarmi alla sinagoga di Roma, il secondo visitare la casa di Benedetto Croce. In linea di massima sarei favorevole, però poi come tutte le cose vanno studiate giuridicamente, bisognerà verificare la praticabilità di questa ipotesi che da un punto di vista morale mi vede d’accordo”. Così da Pompei il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sull’ipotesi di intitolare la biblioteca nazionale di Napoli a Benedetto Croce.