Chi ha appiccato il doppio incendio al Maschio Angioino e a Palazzo Reale sarebbe la stessa persona. A testimoniarlo sarebbero le firme lasciate su un pezzo di carta: Lupin Angioino e Maschio Angioino, scritte rispettivamente con uno smalto rosso e un evidenziatore giallo. I fogli sono stati trovati dalla Digos che, dunque, al momento ritiene estremamente plausibile l’ipotesi di un collegamento tra i due roghi. A renderlo noto è l’agenzia Ansa.
Gli incendi hanno avuto luogo, lo ricordiamo, nella notte tra sabato e domenica. Le fiamme sono state appiccate nella Torre dell’Oro di Castel Nuovo, dove si trovano documenti di scarsa importanza, prevalentemente vecchie ordinanze del Comune di Napoli, e in un cassonetto dei rifiuti dei giardini di Palazzo Reale.
Gli inquirenti si chiedono chi possa essere il responsabile e come mai abbia compiuto il gesto: probabilmente una ripicca di chi è stato licenziato o non è stato assunto, oppure qualcuno che non ha ricevuto il permesso o l’autorizzazione che aveva richiesto. Sembra definitivamente accantonato invece il movente anarchico, lo stesso a cui si pensò quando esplose un ordigno nei pressi delle Poste Centrali, episodio che si rivelò poi essere una bravata.
Certamente le forze dell’ordine possono contare su una quantità estremamente ridotta di materiale da visionare. Il responsabile si è introdotto nel Maschio Angioino attraverso un portone lasciato aperto, entrando poi nel deposito scavalcando muri e percorrendo un corridoio stretto, eludendo una videosrveglianza che è meno che scarsa. Per dare conto del quadro, basti pensare che la Digos sta guardando filmati registrati con sistemi analogici molto vecchi.