“Pio non si è accorto di nulla. Dagli amici tanta omertà”: parla il capo della Squadra Mobile di Napoli


Sull’omicidio di Francesco Pio Maimone, il ragazzo ucciso a Mergellina per una banale lite sfociata in zona, è intervenuto il capo della Squadra Mobile di Napoli, Alfredo Fabbrocini, fornendo ulteriori dettagli sulla vicenda e sulle testimonianze degli amici.

Francesco ucciso a Mergellina: “Da alcuni amici tanta omertà”

“Da parte di alcuni amici della vittima c’è stata collaborazione ma da altri anche tanta omertà” – ha spiegato Fabbrocini durante l’incontro con la stampa per fare il punto sulla situazione, come reso noto da Sì Comunicazione.

Ha, poi, confermato che Francesco Pio nulla aveva a che fare con la lite scoppiata sul posto. Chi lo ha ucciso non sapeva nemmeno a chi stesse sparando, ce l’aveva con qualcun altro, uno che gli avrebbe sporcato le costose scarpe nuove. Sarebbe stato questo l’assurdo motivo che lo avrebbe spinto a premere il grilletto.

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“Non è ancora chiaro se questa famosa scarpa è stata sporcata da un cocktail rovesciato o da un’altra scarpa che ha calpestato il piede. Certo è che questo ha dato vita ad una discussione in cui i protagonisti, tutti giovanissimi, 19enni e 20enni, si sono affrontati. La vittima, Francesco Pio, non era tra questi – ha chiarito Fabbrocini.

“Lui stava lì al bar con altri due amici, venivano da Pianura, quindi un quartiere diverso da quelli delle bande che si sono fronteggiate. Stava mangiando delle noccioline ed è stato colpito inavvertitamente. Ho ragione di credere che non si sia accorto di nulla di quanto stesse accadendo intorno a lui” – ha concluso.

Intanto è stato identificato il presunto assassino, un 20enne di Barra, figlio di un esponente della criminalità organizzata morto nel 2013. Il padre era considerato un elemento di spicco del clan Aprea-Cuccaro, egemone nel quartiere napoletano. Nel 2003 fu anche arrestato per tentato omicidio dopo aver tentato di accoltellare la moglie incinta.

 


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