L’archivio privato della famiglia D’Avalos in mostra: cinque secoli di storia a Palazzo Carafa

I documenti dell'archivio d'Avalos saranno in mostra a Palazzo Diomede Carafa


I più importanti documenti dell’archivio della famiglia principesca d’Avalos saranno esposti al pubblico a Palazzo Carafa di Napoli dal 19 giugno al 29 settembre: titolo della mostra “I d’Avalos. Nel segno del potere”

L’archivio dei principi in mostra a Napoli: “I d’Avalos. Nel segno del potere”

I d’Avalos sono una famiglia aristocratica di origine spagnola diramatasi anche in Italia a partire dal XV secolo. Il ramo italiano della famiglia fu titolare di numerosi feudi nel regno di Napoli. Per cinque secoli, i d’Avalos hanno avuto ruoli preminenti presso i sovrani del Regno di Napoli: aragonesi, viceré spagnoli, austriaci, Borbone, fino ai Savoia.

Da qui si può capire l’importanza di questa mostra che per la prima volta espone al pubblico oltre quaranta pezzi di grande interesse storico tratti da un archivio immenso: l’archivio, nella sua interezza, conta 1.202 pergamene, fra il 1257 e il 1883, e oltre 120 metri lineari di documenti, racchiusi in 450 faldoni.

Documenti che testimoniano il loro potere sia territoriale, sia militare, fra cui persino la condanna a morte in contumacia per lesa maestà contro Filippo V di Spagna, del 1704 che colpì Cesare Michelangelo d’Avalos saranno visibili al pubblico nelle sale della mostra. Attestazioni scritte della storia di una famiglia che si intreccia con quella dei territori del fu regno di Napoli, nel quale i d’Avalos hanno lasciato numerosi segni del loro passaggio nell’architettura delle loro residenze: tra le più famose il Castello Aragonese di Ischia.

Due loro esponenti, Ferdinando Francesco e Alfonso III guidarono la vittoria di Carlo V nella battaglia di Pavia (1525) e l’imperatore, grato, donò loro sette arazzi celebrativi, oggi esposti nel Museo di Capodimonte, mentre i documenti che li riguardano sono nelle teche della mostra.

L’archivio ritrovato: 2 anni di lavoro per evitarne la dispersione

Il patrimonio di documenti dell’archivio fu sottoposto, a partire dal 2019, a “custodia coattiva” su iniziativa del soprintendente Gabriele Capone. L’esigenza era quela di salvarlo da deterioramenti e dispersioni. Riordinato con fondi del ministero della Cultura, occupa un inventario di oltre 500 pagine. Si tratta di un inventario analitico, frutto del lavoro durato due anni da parte di una squadra di 15 giovani archivisti e paleografi.

A Palazzo Diomede Carafa, in via San Biagio dei Librai 121 nel centro storico di Napoli, saranno esposti dal 19 giugno al 29 settembre i pezzi più pregiati dell’archivio che fino ad oggi era conosciuto solo dalla famiglia d’Avalos.


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI