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VIDEO CHOC/ Brescia, bambini cantano all’oratorio: “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta”

Oratorio San Giovanni Bosco di Ghedi, provincia di Brescia. Diciottomila abitanti nella bassa bresciana, in piena Lombardia. Un paesino di poche anime attraversato dal Naviglio, anonimo, grigio. Balzato d’improvviso agli onori della cronaca grazie ad un gruppo di bambini.

Un coro intonato assieme agli animatori durante la festa di chiusura del centro estivo della parrocchia. Una bravata, una goliardata. Un video girato in maniera amatoriale e finito nel tranello di Whatsapp. Magari inoltrato da qualche genitore orgoglioso. Peccato che lo sfondo, il tema, la motivazione alla base dell’infantile divertimento sia di matrice razzista. Piccole donne e piccoli uomini del futuro che, alcuni di certo ignorandone il contenuto, mettono su un coro che inneggia ad una catastrofe naturale, diventato un vero e proprio must nelle curve italiane ed anche in quella del Calcio Napoli.

Bambini all’oratorio intonano il coro razzista “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta”

Si, perché il coro “Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta” sulle note di “Feed from desire“, è stato ripreso anche dai tifosi azzurri e dagli stessi calciatori campioni d’Italia allo Stadio Maradona. Dandogli un senso diametralmente opposto, chiaramente. Cercando di mettere in ridicolo l’Italia intera, che da più di cent’anni insulta senza vergogna il meridione. Provando a dire “basta” con ironia, senza violenza, senza prevaricazione. Senza ignoranza. Perché non se ne può più.

È desolante e allo stesso tempo inquietante, vedere dei bambini già addomesticati mentalmente e preparati ad essere i razzisti del futuro. Perché quel coro intonato alla fine di una festa in parrocchia nasconde alle spalle di ognuno di loro una vita fatta di discriminazioni. Concetti inculcati da genitori indefessi che non ci pensano proprio ad arginare questo fiume di ignoranza, oramai è straripato in maniera incontrollabile.

E allora, si salvi chi può. Ci prova il prete dell’oratorio incriminato, a salire su una scialuppa di salvataggio saltandoci in corsa: “Non ero a conoscenza dell’episodio né del video – ha raccontato il parroco don Alberto Boscaglia al quotidiano Il Giorno, dissociandosi dall’episodio -. Se è questo ciò che è accaduto, è un episodio da stigmatizzare. L’oratorio si dissocia e sentirà i ragazzi. Mi dispiace, perché non rispecchia la nostra realtà, dove c’è grande integrazione con i molti lavoratori che vengono dal Sud“, ha concluso amareggiato il parroco.

L’ha dovuto sottolineare, il parroco. Ha dovuto ribadire che lì nella sua comunità c’è “grande integrazione con i molti lavoratori che vengono dal Sud”. Perché viviamo in uno stato dove c’è bisogno davvero di spiegare che al nord i meridionali vengono accolti bene. Come se fossero persone normali, come le altre. Quelli delle altre razze, delle altre etnie. I diversi insomma, gli inferiori.

La pelota no se mancha.