Lettera di un lettore: “Vi spiego l’accanimento mediatico su Napoli”


Vi proponiamo, integralmente, la lettera di un nostro lettore, P. Schiano, che avendo avuto modo di trascorrere molto tempo nel Settentrione d’Italia per motivi lavorativi, è in grado di spiegare qual è la differenza dal punto di vista mediatico tra il Nord e il Sud, in particolare Napoli, e le cause dell’accanimento mediatico contro la città partenopea, la quale non vuole comunque essere dipinta come il Paradiso sulla terra:

Sono nato a Napoli, vivevo a Bacoli e per motivi di lavoro da due anni vivo a Trieste. Da quando mi sono laureato ho sempre lavorato per aziende campane spostandomi per trasferte sia in Italia che all’estero. Ora ho un contratto con una importante azienda con sede a Trieste.
Sin dai primi mesi della mia permanenza a Trieste ho dovuto subire battute del tipo : “ a Napoli siete abituati alla spazzatura”, “ a Napoli si spara per strada”, “ a Napoli non si usa il casco”, “a Napoli non verrei mai in macchina”, “la Federico II è una delle ultime università di Italia”, “laurearsi a Napoli è più facile”, ”ma come fate a Napoli a convivere con la camorra?”, potrei continuare ma mi fermo. Non credevo sinceramente che tra gente con un elevato livello di istruzione potessero circolare idee tanto superficiali ed approssimative.
Una coppia che ho conosciuto qui è venuta cinque giorni a Napoli e mi è capitato di accompagnarli sia in città che in un’escursione ai campi flegrei. Sono rimasti entusiasti, non potevano credere alla ricchezza culturale ed alla bellezza paesaggistica dei luoghi che hanno visitato. Mi hanno detto “ sai gli amici ci hanno detto di stare attenti, che sarebbe stato pericoloso, invece è tutto molto bello e si sta bene. E’ una citta troppo sottovalutata”.
Le continue frecciatine contro Napoli, la Campania ed il meridione in generale insieme alla grade nostalgia per la mia meravigliosa e martoriata terra mi hanno indotto ad avere un’attenzione diversa, più acuta nei riguardi della pubblica informazione facendomi notare che come essa sia pervasa da una lento e costante atteggiamento denigratorio nei confronti di Napoli e dei suoi cittadini.
A dimostrazione di ciò cito alcuni eventi degli ultimi mesi:

RAI STORIA – IL TEMPO E LA MEMORIA – Massimo Bernardini, Ernesto Galli della Loggia
È una trasmissione che seguo spesso, la trovo molto interessante e ben fatta. Ecco che presentano la puntata sul colera a Napoli del 1973.
Vengono mandati in onda filmati di repertorio della Rai dove si inquadrano scarichi fognari e l’inquadratura riprende solo fogne senza il contesto . Potrebbe trattarsi di un qualsiasi scarico, magari in periferia o chi sa dove; poi angoli con rifiuti, bambini mezzi nudi per strada, etc. Insomma dal montaggio di quelle riprese e dai commenti di sottofondo la Napoli degli anni ‘70 appariva come una fogna a cielo aperto. A ciò sono seguiti commenti in studio velati di sarcasmo ed ironia (si fa il sorrisetto beffardo) che ponevano l’accento sempre su una Napoli degradata. A ciò sono seguiti commenti negativi sui quartieri spagnoli e si è detto di come ancora oggi rappresentino una realtà critica e fatiscente. A questo punto, anche se la ricostruzione storica conclude che furono le cozze importate dall’Africa la causa del colera, il messaggio che è passato è stato quello di una città con precarissime condizioni igieniche, vergogna d’Italia.
Allora mi sono chiesto: innanzi tutto tra gli innumerevoli eventi che hanno caratterizzato la millenaria storia della città perché parlare proprio del colera in una trasmissione che tratta di storia? Perché riferirsi ad immagini di repertorio non obbiettive e mirate solo al discredito della città? Perché in studio risolini denigratori “eh…Napoli…”? Insomma ho avuto proprio una brutta percezione. Con questo non voglio negare che le criticità della città, ma il modo in cui se ne parla è volto sempre a darne un’idea amplificata e soprattutto a far sembrare che siano uniche, peculiari della città stessa : “solo a Napoli!” quando questo non è vero!!! Ad esempio mi è bastato banalmente scrivere su google “fogna, Venezia” e via una serie di informazioni sul problema delle fogne a Venezia , degli sversamenti nei canali dove, del resto, basta annusare l’aria per sentirne la puzza. Di tutto questo non se ne parla a livello nazionale, nessuna enfasi. Venezia è bellissima, e va bene così….

AMBIENTE ITALIA – GIUSEPPE ROVERA
Il conduttore è a Milano in corso Buenos Aires in occasione di “Puliamo il mondo” manifestazione organizzata da Legambiente. Parte il collegamento con Bagnoli e via con i problemi di Bagnoli! Bene ma il commento del conduttore “Napoli riserva sempre strane sorprese” a mio avviso è poco felice.
Invece di Milano si dice: “ è la seconda città in Europa dopo Vienna per raccolta differenziata”. Mi domando: perché non si sono collegati dai Navigli, per rimanere in centro, dove, come riportato da alcuni giornali, ma in secondo piano, c’erano articoli che parlavano della sporcizia e dei rifiuti buttati in quei canali il cui putridume l’ho potuto constatare di persona e me l’hanno confermato parecchi amici che vivono in quella zona? Inoltre basta digitare su google “degrado Milano” e si trova di tutto, comprovato da una lunga serie di immagini. Ma anche qui “Solo a Napoli!”

CHE TEMPO CHE FA – FABIO FAZIO
Fabio Fazio ospita Luca Zingaretti e Marco D’Amore per promuovere il nuovo film di De Angelis.
Il conduttore chiede a D’Amore come è per lui , abituato a vivere in una citta violenta, interpretare un personaggio violento sullo schermo. Ovviamente così si resta sottinteso che Napoli è la città violenta per antonomasia! Ma non sarà che la violenza è un problema di più metropoli italiane? Pare che Torino, Milano e Roma occupino i primi posti della graduatoria in tal senso. Mi viene in mente il racconto della mia fidanzata che una sera a Milano rientrava a casa con un’amica in autobus ed un ragazzo minacciò con un coltello il conducente per costringerlo ad una fermata non prevista; oppure di quel sabato sera in centro a Venezia dove eravamo con amici e due persone massacravano di botte un ragazzo senza che nessuno intervenisse e della polizia neanche l’ombra. Ma no! Solo a Napoli!

CROLLO DELLA GALLERIA UMBERTO
Al crollo dei calcinacci della Galleria Umberto che purtroppo hanno provocato la morte di un giovanissimo ragazzo, tutti titolavano contro Napoli. La città cade a pezzi! A me venne subito in mente la morte di un povero turista a Siena, durante il palio, per il crollo di un balcone. E poi di quando a Trieste una settimana dopo il mio arrivo vidi accorrere i vigili del fuoco e transennare un marciapiede, avvicinandomi constatai il crollo di un grande pezzo di intonaco che avrebbe potuto uccidere qualcuno. Inoltre mi ricordai anche della caduta di pezzi di intonaco in galleria a Milano ampiamente documentata dai giornali, ma sulla cronaca locale. È sufficiente fare una ricerca sul web e leggere titoli del tipo “Milano cade a pezzi”. Ma no! Solo a Napoli!
Potrei citare altro ma mi fermo perché vorrei che si capisse il senso. I mezzi di informazione hanno da sempre contribuito a costruire un immagine di Napoli e del meridione estremamente negativa che ormai nell’immaginario collettivo supera di gran lunga la realtà. Non si parla dei problemi delle metropoli italiane ma dei problemi di Napoli che assurge a simbolo della negatività del meridione e quindi di tutta l’Italia. Questo genera odio e lo si vede sui social networks dove non si risparmiano commenti di estrema violenza nei confronti di Napoli e dei suoi abitanti. Si ritiene che i cittadini in generale siano conniventi con la malavita e che non vi sia desiderio di legalità, quando si è visto poi che l’illegalità, la corruzione e il degrado investono le regioni d’Italia dal nord al sud. Napoli è senza dubbio una metropoli con molte criticità . C’è mancanza di senso civico da parte di una cospicua fetta dei suoi abitanti che, attenzione, non è la maggioranza . Però l’essere stata condannata a diventare il capro espiatorio di tutti i mali non l’ha aiutata e non l’aiuterà di sicuro a risolverli. Le eccellenze della città sono sempre messe in ombra, si dimenticano i grandi giuristi che hanno contribuito a costruire le fondamenta dello stato repubblicano, si dimenticano i grandi artisti, il grandissimo patrimonio culturale e la ricchissima storia. Tutto si conclude sempre con una nota di folclore, pizza e mandolino.

P. Schiano


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