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Roberto Saviano: “Napoli mi ha cacciato, ma il boom di turisti è anche merito mio”

Il boom del turismo a Napoli è merito – anche – di Roberto saviano. Ad affermarlo è lo scrittore in persona, non senza una vena di polemica verso la città e le sue istituzioni che ancora oggi sarebbero colpevoli di non volerlo. Roberto Saviano ha parlato nel corso del podcast Passa dal BSMT di Gianluca Gazzoli.

Roberto Saviano: “Il boom di turisti a Napoli è anche merito mio”

Napoli mi ha cacciato – dice Roberto Saviano – Mi ha letteralmente cacciato, senza nessun tipo di recupero. A me non arriva nessuna proposta. Le Università di tutto il mondo mi invitano ma non quelle di Napoli. Oggi, apparentemente, tra me e i napoletani, comprese le istituzioni, sembra che ci sia una tensione minore, ma non è così. Oggi a Napoli c’è tanto turismo: da tutto il mondo chiunque vuole, almeno una volta, farsi una settimana a Napoli”.

L’autore di Gomorra si rammarica per presunti meriti che non gli vengono riconosciuti: “Napoli è una città accogliente. Dopo una settimana diventi napoletano, ma davvero! E questo aspetto è adorato da tutti, dai russi, dagli argentini, dagli americani. Riconoscere che accendere quella luce ha trasformato la città, sarebbe anche come dire: ‘L’ha fatto lui e noi siamo stati zitti’. Allora meglio dimenticare, nonostante il fatto che la città si è trasformata perché alcuni di noi hanno deciso di raccontarla veramente”.

Infine non manca di attaccare i partenopei per l’omertà, la scarsa attitudine a denunciare il crimine organizzato. Come se altrove invece fosse facile, come se a Milano o Torino si parlasse tranquillamente della ‘Ndrangheta che ha metastatizzato ogni apparato in grado di produrre ricchezza. “Però quella verità è meglio tenerla lì da parte, non deve rappresentare la città. Questa cosa per me è stata terribile: la diffidenza, essere accusato per anni di avere sputtanato Napoli. Anzi, hanno usato il termine ‘Sputtanapoli’. Anche se vai a Scampia, trovi scritte contro di me ma non contro i boss della camorra, contro di loro neanche una. E questa la dice lunga, cioè non si odia il male ma chi racconta il male”.

@basement_bsmt @robertosaviano al BSMT con ha confessato il grande dispiacere che ha provato nel dover lasciare la sua città natale, Napoli. Un esilio al quale è stato obbligato per ostilità, diffidenza e ingiustizia da parte di persone che hanno preferito allontanare chi racconta la realtà dei fatti piuttosto che combattere il male. Episodio completo: LINK IN BIO #robertosaviano #napoli #città #dietrolequinte ♬ suono originale – BSMT

Quando 40 studenti annullarono la gita a Napoli dopo la prima puntata di Gomorra

Evidentemente la realtà cambia a seconda dal punto di vista da cui si sceglie di guardarla. Si potrebbe ricordare di come, dopo le prime puntate della serie TV Gomorra, 40 studenti abbiano disdetto la gita a Napoli presso un fondo confiscato al clan Polverino. I loro genitori “hanno chiesto addirittura se ai ragazzi fosse assicurata una scorta”, raccontò uno dei responsabili.

Sicuramente il lavoro di Saviano ha acceso un faro su Napoli, certamente ha avuto coraggio nell’esporsi. eppure probabilmente ad attirare flussi di visitatori hanno contribuito maggiormente altri modi di raccontarla. È stato più utile parlare delle sue ricchezze artistiche e paesaggistiche, della tradizione culinaria, anche di un certo tipo di folklore. Hanno contribuito maggiormente episodi e documentari trasmessi in Televisione, film e serie che parlavano di qualcosa che non fosse la camorra. L’impegno degli stessi cittadini napoletani, che con orgoglio – ognuno nel proprio piccolo – hanno cominciato a diffondere immagini e video della propria città, le belle notizie. La rinascita napoletana è sicuramente un fenomeno che trova la sua scintilla nel popolo. Attribuirla a qualcuno in particolare sarebbe miope, ingiusto, un’aberrazione dalla realtà.

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