Un viaggio in moto può avere infiniti significati. Per qualcuno può essere un semplice svago domenicale come tanti, per altri può trasformarsi in qualcosa di eccezionale.
Così è stato per Roberto Saviano, da anni costretto a vivere sotto scorta e in una località protetta per gli effetti correlati alla pubblicazione del libro Gomorra.
Queste le parole dello scrittore di Napoli, affidate alla sua pagina personale Facebook:
“E così, per qualche ora, ce l’ho fatta. Sono riuscito, tempo fa, a girare in moto. Su un meraviglioso corsiero di metallo intensamente blu, le parole del vecchio Hunter S. Thompson si sono inverate: “il viaggio in moto è il modo più vicino alla libertà pura che un uomo possa sperimentare”.
Per chi è dentro il vincolo della chiusura, sotto il freno costante dell’osservazione, questa verità assume una caratteristica assoluta. La moto è il tentativo di forzare la gravità, di controllare il tempo, di tenersi vicini contemporaneamente meta e percorso.
Un giorno mi trasformerò in recensore di motori; in fondo c’è una qualche prossimità tra le pagine di un libro e stare cavalcioni su una moto. Mezzi di libertà, il libro e la moto, la velocità della fantasia come l’acceleratore, il viaggio costante tra lettere come i chilometri che consumano copertoni, e la meta raggiunta sempre in un equilibrio tra solitudine e liberazione.
Grazie ad Angelo, che ha permesso questo viaggio, e ad Antonio, che mi ha messo nelle condizioni di realizzarlo. Grazie sempre alla pazienza di chi mi scorta qui e oltre confine. Spero di ricavalcare destrieri di ferro, gomma e benzina molto presto”.