Circa 200mila euro per l’opera d’arte contemporanea realizzata da Marinella Senatore e installata sul lungomare di Napoli, nei pressi della Rotonda Diaz. Come per la Venere degli Stracci di Pistoletto è ancora una volta polemica per la somma spesa, a fronte di un’opera che ancora una volta appare di gusto discutibile. Non da meno gli errori grammaticali commessi nella scrittura delle frasi in Lingua Napoletana. Eppure, come dimostrano le stazioni dell’arte sia della Linea 1 che della Linea 6 della metropolitana (oltre che l’esperienza del MADRE) a Napoli l’arte contemporanea c’è e si sa fare.
L’opera Io Contengo Moltitudini fa parte di Napoli contemporanea 2024, il programma di mostre e installazioni voluto dal sindaco Gaetano Manfredi e curato da Vincenzo Trione, consigliere del sindaco per l’arte contemporanea e l’attività museale.
Marinella Senatore è stata invitata a intervenire in un altro luogo simbolo della città, la Rotonda Diaz sul lungomare partenopeo, con l’installazione intitolata Io contengo moltitudini.
Si tratta di un dittico luminoso concepito in dialogo con la piazza, affacciata sul lungomare. Due sculture luminose unite da un dancefloor: uno spazio che invita alla partecipazione collettiva. La prima scultura riproduce la struttura di un coro ispirato alle scenografie effimere barocche; la seconda, alla base, ha una pedana di forma quadrata, su cui si innalza una costruzione ad albero composta da 16 insegne disposte a cono. Recuperando sintagmi della tradizione vernacolare, alcune insegne riportano frasi selezionate insieme con associazioni e scolaresche. I due interventi sono raccordati da una piattaforma composta da un tappeto-danza attraversato da impronte e da passi.
L’installazione insiste su alcuni temi ricorrenti nella poetica di Marinella Senatore, come l’uso della luce in quanto elemento attivante e coesivo e il coinvolgimento delle comunità, celebrando la stretta connessione con il territorio napoletano attraverso la collaborazione con istituzioni come l’Accademia di Belle Arti e l’Istituto d’Istruzione Superiore Melissa Bassi di Scampia.
Il Comune di Napoli fa sapere che il progetto Napoli contemporanea 2024 è “Volto a rafforzare la vocazione al contemporaneo della città con progetti pensati appositamente per gli spazi pubblici da protagonisti dell’arte del nostro tempo, il programma Napoli contemporanea crea una relazione diretta con la cittadinanza. Grazie alle opere di artisti di alto profilo, nazionali e internazionali e di differenti generazioni e ai loro interventi in piazze, strade, chiostri, quartieri della città, il progetto ha contribuito ad innescare processi di riqualificazione urbana e a ripensare l’identità di alcuni luoghi della città attraverso le “armi improprie” dell’arte e gli sguardi visionari di alcuni artisti”.
Gli errori grammaticali in Napoletano
A sottolineare gli errori grammaticali nelle frasi scritte in Lingua Napoletana è Davide Brandi, noto esperto e insegnante dell’idioma partenopeo, che spiega:
“INGLESE sì (rispettato)
NAPOLETANO no (errato).
“Ancora una volta su installazioni erette in giro per la città (qui l’opera dell’artista Marinella Senatore, pare costata al Comune di Napoli € 194.000) la lingua napoletana viene proposta con grossolani errori ortografici. Siamo sul lungomare di Napoli, esattamente all’altezza del così chiamato “lido mappatella” e la struttura che vedete in foto, riporta frasi in inglese, in altre lingue ed in napoletano, ovviamente in napoletano errato. Nello specifico, la frase centrale riporta 4 errori grossolani: “quanno so, natə s,e fatta na festa””.
“Nello specifico: la prima persona dell’ indicativo presente del verbo èssere, nella sua forma apocopata va scritto SO’ (songo) e qui, il verbo NASCERE al passato prossimo dell’indicativo, va scritto SO’ (N)NÀTO (anche col rafforzamento fono-sintattico), con la vocale “O” atona”.
“Il segno grafico “ə” (schwa) ovvero il segno utilizzato esclusivamente per indicare la fonetica (rientrante dunque tra i codici fonetici dell’ IPA, alfabeto fonetico internazionale) non può mai essere ortografico, ovvero scritto così in una parola come se fosse una vocale”.
“La particella pronominale “SE” (SI), voleva esser scritta in forma apocopata, ma anziché scrivere il segno del troncamento è stata inserita una virgola prima di quella che dovrebbe essere la terza persona dell’indicativo presente del verbo ÈSSERE (È), ma riportato senza l’accento grave per cui equivalente, in tal caso, alla congiunzione E. E per finire, manca il rafforzamento fono-sintattico alla coniugazione “FATTA”, in quanto preceduta da elemento duplicante, ossia proprio la terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo ÈSSERE, È (dal latino EST).
In conclusione, la frase da riportare in modo corretto è: quanno so’ nnàto s’è ffàtta na festa”.
“Qualcuno continua non solo a NON tutelare il patrimonio culturale immateriale (nella sua forma linguistica) della città e dei napoletani, ma addirittura a massacrarlo. Grazzie assàje!”.