Dopo la bomba di Maradona, Scudetto e Kvara, è l’anno di quella “dedicata” a Jannik Sinner. Negli ultimi giorni i carabinieri hanno scoperto in un appartamento a Pozzuoli un “deposito di ordigni”, che ospitava ben 486 petardi illegali e la “bomba Sinner”.
Finito in manette un 24enne che aveva trasformato la sua casa in un vero e proprio laboratorio dove preparava i vari ordigni a mano ordinando via web, prevalentemente dalla Cina, le varie componenti della miscela esplosiva. Il tutto poi arrivava a destinazione separato per non destare sospetti.
Nell’appartamento sono stati trovati ben 486 petardi illegali e la “bomba Sinner”. Di colore arancione, come i micidiali botti illegali che l’hanno preceduta: Maradona, Scudetto, Kvara. I militari l’hanno scovata seguendo il marketing su Telegram, Tik-Tok, Instagram e Fb, dove era possibile ordinare i botti e farli consegnare da Napoli in tutta Italia.
Seguendo le tracce informatiche i militari sono arrivati nell’ abitazione del 24enne. Un incensurato dell’area Flegrea, dove sono stati trovati 50 chili di materiale esplodente tra cui le classiche “cipolle”.
Da dove nasce il nome? Oramai è “tradizione” usare quello di uno sportivo per appellare questo tipo di esplosivo. La scelta è ricaduta sul tennista numero uno al mondo anche grazie al colore dei petardi. Un arancione molto acceso, tendente al carota, proprio come i capelli del classe 2001 di San Candido.
In un mese, tra ottobre e novembre, sono stati sottratti dal mercato illegale ben 2.745 petardi. Hanno sempre nomi particolari e tutti condividono la stessa caratteristica: sono costituiti da una miscela chiamata polvere flash (perclorato di potassio e polvere di alluminio) estremamente sensibile al calore, agli urti, allo sfregamento. Automaticamente sono anche molto più pericolose per chi le maneggia.