Il napoletano, è una lingua antica e complessa, spesso non basta essere nato a Napoli per comprenderlo, bisognerebbe studiarlo per cogliere in pieno tutte le sfumature che questa lingua conserva.
Come ben sappiamo, proprio perchè si tratta di una lingua e non di un dialetto qualunque, conoscere il vero significato di una parola che oggi può essere di uso comune, richiede molta attenzione e diversi approfondimenti, in quanto molte volte i termini usati oggi derivano da parole con significati completamente diversi.
Proviamo a porre l’attenzione su una delle parole più usate oggi nello slang dei giovani napoletani, che nei loro discorsi usano spesso il termine ‘pariare’.
Ad oggi con la parola ‘pariare’ si indica uno stato di divertimento, un momento in cui non ci sono pensieri negativi ma solo la tranquillità di essere spensierati e felici. Pariare, pariamm, jamm a parià, sono tutte le varianti che indicano la condizione di divertimento, in alcuni casi si può anche sentire “Mi stanno pariando addosso”, ovvero “Si stanno prendendo gioco di me”, mentre in casi forse più usati tra i giovanissimi la parola si trasforma più frequentemente in ‘pariata’, riferendosi quasi sempre ad una storiella amorosa di poco conto o a qualcosa che fa divertire.
Il termine pariare però, in origine non significava affatto divertimento, bensì si riferiva alla digestione, ma allora come è stato trasformato in qualcosa che indica divertimento?
Si ipotizza che l’attinenza possa essere lo stato di libertà e benessere che si prova dopo aver digerito un lauto pasto, una sensazione di spensieratezza simile a quella che si avverte quando ci si diverte in compagnia ma perchè non considerare una seconda ipotesi?
Sappiamo tutti che molti termini napoletani derivano da altre lingue, e in questo caso la parola ‘pariare’ potrebbe derivare dallo spagnolo, dove ‘ Parear’ vuol dire ‘compagno’, da qui la trasformazione che indica lo stare in compagnia e quindi divertirsi.
Il napoletano non sarà mai una lingua facile ma questo lo rende ancora più bello, noi approfittiamone e ‘pariamm nu poc’ per comprenderne le origini.