Da Vinci – Nomen Omen
Una stanza piccola, il soffitto basso, posti a sedere a ridosso dei ballerini che si avvicinano fino a meno di due metri: senti il loro odore, il loro respiro, ti portano sul palco. Il buio, poi si sente una musica fatta di rumori, sconnessa, ansiosa, turbata, inquieta; si vede qualcosa, quattro ossessi che strisciano sul pavimento come serpenti, o forse vermi, sporcandosi e assecondando la musica come due mani, due braccia, poi due figure, una maschile e l’altra femminile, che si cercano ed esplorano all’interno di una cornice vuota che pende dal soffitto.
I corpi, sostanza finita ed indefinibile, cercano l’armonia e a quel rumore si mischia una melodia, lottano e si affannano in schemi falsi e bugiardi, i quali imprigionano l’essenza dell’uomo e le impediscono di slanciarsi verso l’alto, il divino, la tengono a terra a dannarsi nella sua incompletezza: la catarsi può avvenire soltanto attraverso la morte, con il superamento dei vincoli, della forma, della materia. È necessario un passaggio, capire e accettare la propria natura terrena per poi trascendere, imitando Dio nella Sua volontà creatrice, una fase che è rappresentata da quelle ballerine-vermi che indossano la maschera dei monatti, coloro che avevano il compito di condurre in isolamento gli appestati, sia vivi che senza vita. Si tratta di un passo ulteriore rispetto alla lezione di Socrate, per il quale la filosofia, dunque la conoscenza più pura, è desiderio di morte, poiché vi è la necessità di una rinascita nell’arte che è allo stesso tempo pretesto e strumento di liberazione.
La musica, la voce di Dio, diventa pura, i movimenti fluidi, armonici, belli; gli elementi opposti, il bene ed il male, il maschio e la femmina, si sono uniti nell’infinito, in quella circonferenza che non ha né un inizio né una fine, compiuta, perfetta, realizzazione completa dello Spirito che permea l’Universo – è l’Uomo vitruviano, l’uomo che è misura di tutte le cose, e tende senza riposo all’eterno di cui tuttavia fa parte, in un anelare incessante all’Amore che tutto muove e tiene in vita.
Da Vinci – Nomen Omen, uno spettacolo andato in scena nel nuovo spazio teatrale ZTN, Zona Teatro Naviganti, di vico Bagnara a Piazza Dante. Una performance di danza contemporanea ideata e diretta da Andrea Arionte, coreografie di Andrea Arionte e Simona Perrella.
Con: Nancy Caradedente, Francesca Di Giovanni, Ludovica Frezza, Paola Marasco (Danse et ballet di Alessandra Granato), Simona Perrella, Andrea Arionte.