Antiche testimonianze collocano la nascita dell’applauso in Grecia, ai tempi del teatro classico greco. Il pubblico, come forma di approvazione e gradimento per un dato spettacolo, iniziò col battere le mani ed i piedi. Quest’usanza giunse poi in Italia, durante l’epoca dell’Impero Romano e, secondo la tradizione, fu proprio la città di Napoli a dar vita a “la claque”.
Il portale d’informazione Ilmediano.it racconta, in merito all’argomento, che il popolo partenopeo ebbe infatti un “ruolo decisivo nello sviluppo della cultura dell’applauso”.
Questo si deve all’imperatore Nerone che, amante dell’arte ma soprattutto del canto, scelse proprio la città di Napoli per esibirsi per la prima volta davanti ad un pubblico, poiché era una città “di spiriti e di umori ancora tutti greci, e dunque esperta di canto e di cantanti, e teatro continuo di spettacoli d’ogni genere”.
La storia racconta che il debutto dell’imperatore davanti al popolo partenopeo fu un vero e proprio successo, tant’è che a fine spettacolo, tutti ancora lo acclamavano. Un terremoto, però, proprio in quegli istanti, fece crollare l’edificio ed una parte di cittadini iniziò a dar la colpa all’imperatore, etichettandolo come uno “iettatore”, la restante, invece, pensò proprio l’opposto in quanto il terremoto non provocò né feriti né morti.
Prevalse la seconda teoria e l’imperatore Nerone continuò ad esibirsi con i propri spettacoli canori proprio nella città di Napoli. Fece giungere dall’Egitto alcuni cittadini che eccellevano nella “pratica dell’applauso” in modo che, anche il proprio pubblico, ne apprendesse la tecnica. Tecnica che prevedeva diversi tipi di applauso, “ a partire dai “bombi“, i ronzii, che ne costituivano il suono di base, e restavano compatti nel crescendo”.