Gestivano il racket al mercato di fiori di Pompei, minacciando le vittime dopo averle condotte in una località vicina. Si tratta degli uomini del clan Cesarano, i quali rispondevano agli ordini del boss Ferdinando Cesarano, chiamato “Nanduccio“, famoso per l’evasione dall’aula bunker di Salerno e il conseguimento di ben due lauree durante il carcere di sicurezza, il 41 bis.
Attualmente il capoclan Cesarano ha 32 ergastoli da scontare, ma le attività del gruppo camorristico non si fermano. Il clan Cesarano, infatti, dalla periferia stabiese gestiva il mercato dei fiori di Pompei, ovvero effettuava estorsioni agli imprenditori del settore: 14 gli affiliati che sono stati processati per associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione. Questi ultimi sono stati giudicati in secondo grado ed hanno avuto lievissimi sconti di pena.
Secondo quanto riportato dagli inquirenti, che hanno gestito l’operazione “Easy Mail”, i Cesarano incontravano le vittime in una serra di Ponte Izzo, una località vicina e lì effettuavano le minacce.
Complessivamente, circa 120 anni di reclusione per tutti gli affiliati:
Antonio Inserra, alias «’o guerriero»: è arrivato lo sconto da 20 a 16 anni di reclusione
Michele Onorato, alias «’o pimuntese»: da 18 anni a 15 anni
Salvatore Sansone: 16 anni incassati in primo grado
Agostino Cascone: da 14 anni a 10 anni e mezzo
Tuttavia, per i principali imputati (i suddetti), è arrivato il riconoscimento della continuazione con precedenti condanne, pertanto nell’arco di due anni potrebbero tornare in libertà.
Raffaele Cafiero: 8 anni e 8 mesi
Francesco Inserra: 7 anni
Carmela Zurlo: 6 anni e mezzo
Giovanni Corbelli: 6 anni e 8 mesi
Oreste Corbelli, Anna Inserra e Michele Santarpia: 6 anni per tutti
Francesco Solimene: 8 anni
Francesco d’Assisi Inserra: 7 anni
Pasquale Cipollaro: 4 anni