Questa iniziativa si inserisce in attività del movimento #BreakFreeFromPlastic – la coalizione di organizzazioni di cui fa parte anche Greenpeace – che segue un protocollo ben preciso. Infatti, tali attività potrebbero essere riprodotte su scala mondiale dato il loro duplice scopo: da un lato, di quantificare tutte le tipologie di rifiuti presenti sulle spiagge e, dall’altro, identificare i marchi che contribuiscono maggiormente a generare l’inquinamento.
“Da anni le grandi aziende continuano a immettere sul mercato enormi quantitativi di plastica, principalmente usa e getta, non assumendosi alcuna responsabilità circa il suo corretto riciclo e recupero”. Severe appaiono le parole di Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, che, d’altronde, caratterizzano ogni iniziativa contro l’inquinamento. “Se vogliamo fermare l’inquinamento della plastica nei nostri mari, è necessario che le grandi aziende affrontino concretamente le loro responsabilità, in particolare riguardo alla produzione di plastica monouso, avviando immediatamente programmi che riducano drasticamente il ricorso all’utilizzo di imballaggi e contenitori in plastica usa e getta”.
Come dimostrano i più recenti dati scientifici – aggiornati al 2015 – solo il 9% della plastica prodotto a livello mondiale a partire dagli anni Cinquanta è stata correttamente riciclata. Inoltre, sebbene le percentuali di riciclo siano migliorate negli ultimi decenni, date le varie iniziative, è evidente che tale incremento non sarà sufficiente a evitare problemi futuri di inquinamento da plastica.
La situazione potrà solo peggiorare considerando la vertiginosa crescita della produzione e dei consumi di plastica a livello mondiale che, secondo stime attendibili, quadruplicherà entro il 2050. Proprio per questo, Greenpeace ha lanciato una petizione(no-plastica.greenpeace.it), sottoscritta da più di un milione di persone in tutto il mondo, in cui si chiede ai grandi marchi come Coca-Cola, Pepsi, Nestlé, Unilever, Procter & Gamble, McDonald’s e Starbucks di ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in monouso.