Il culto di Apollo sull’acropoli di Cuma si perde nella notte dei tempi.
Ne era consapevole Virgilio che nell’Eneide narra la fuga di Dedalo ed Icaro, dal labirinto di Cnosso. Conosciamo tutti la sfortunata vicenda di Icaro, che durante la fuga dal labirinto del Minotauro, con le sue ali di cera si avvicinò troppo al sole e precipitò perdendo la vita.
Così il padre Dedalo, arrivato a Cuma eresse un tempio in onore di Apollo, simbolo del sole distruttore, consacrandogli le ali di cera del suo sventurato figlio.
Il ricorso di Virgilio al mitico Dedalo per motivare la presenza di Apollo a Cuma, rivela la consapevolezza del poeta di un’antichissima origine del culto.
Altri autori antichi riferiscono la leggenda secondo la quale la stessa divinità avrebbe indicato, sotto forma di bianca colomba, la rotta ai coloni calcidesi. Non c’è da stupirsi infatti che Apollo, nel suo aspetto solare che tutti gli riconoscono, indica la via dell’Occidente secondo il naturale corso del sole ed è quindi logico pensare che il suo culto sia stato introdotto a Cuma durante la colonizzazione greca.
Il Tempio di Apollo sorge su un’ampia terrazza naturale che si affaccia sul mare. L’edificio di culto subì diverse sistemazioni nel corso della sua plurisecolare storia.
Purtroppo poco si conserva della fase più antica del santuario, di età greca e sannitica.
Sicuramente un santuario doveva esistere in questo luogo già dal Vl sec. a.C. come ci testimoniano i materiali votivi e un graffito greco attribuiti alla dea Hera, rinvenuti nei pressi di una vicina cisterna. La consacrazione certa ad Apollo risulta solo da iscrizioni di epoca romana qui rinvenute.
Una delle più importanti sistemazione è riferibile al programma augusteo di rivalutazione dei luoghi legati alla leggenda di Enea ed al culto di Apollo: il tempio costituiva una vera e propria scenografia poiché la facciata monumentale del tempio si protendeva sul ciglio orientale della terrazza, ben visibile dal basso e da lontano.Tra il VI ed l’VIII secolo d.C. il tempio venne trasformato in basilica cristiana, con la conseguente costruzione di un fonte battesimale e di alcune tombe nel pavimento: venne quindi abbandonato a seguito dello spopolamento della città di Cuma nel XIII secolo e ritrovato solamente nel 1912.
Ad oggi è possibile ammirare i resti del tempio di epoca romana: la cella, realizzata in opus reticolatum misurava ventidue metri di lunghezza e nove di larghezza con ingresso sul lato orientale ornato da due colonne in laterizi.
Internamente era divisa in tre navate e doveva contenere una monumentale statua raffigurante Apollo.
Dalla terrazza del tempio si gode di un panorama mozzafiato: il mare cristallino e il golfo di Pozzuoli con la bellissima Isola di Ischia e, volgendo lo sguardo verso destra, il lago D’Averno.
Lasciata la terrazza del tempio di Apollo, poco prima di riprendere il basolato romano della via Sacra, si nota sulla destra una cisterna, dove sono stati ritrovati una serie di doni votivi dedicati alla divinità.
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